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testa, e cogli speroni ai piedi, era esposta sur un letto nel duca¬
le appartamento. Chiudevansi le porte del palazzo e se ne dava
la custodia agli Arsenalotti: costume introdotto dopo il proi¬
bito saccheggio del palazzo. Verso sera portavasi la bara fino
alla sala del Piovego, dove sur un catafalco, fra torce accesc,
restava tre giorni guardata sempre da due nobili in veste ros¬
sa, e da alcun canonico di S. Marco.
E magnifico era poscia l’accompagnamento che nel quarto
giorno dalla morte conduceva l’estinto alla chiesa de’Ss. Gio¬
vanni e Paolo. Alla testa di quell’accompagnamento avan¬
zava il clero secolare ed il regolare; indi seguivano le sei
grandi confraternite, e quella della Passione, portando ciascun
confratello un torcio: succedevano poscia tutti i capi della Mari¬
na, quelli dell’ Arsenale e lo scalco del doge collo scudo do¬
po di lúi. La bara movea dopo il baldacchino a cui immedia¬
tamente succedevano gli scudieri e le genti di livrea del do¬
ge vestite a lutto, nonchè i comandadori di palazzo. Venivano
per ultimo i consiglieri in veste rossa ed il senato in linea
a mano sinistra dandogli la destra i parenti del doge vesti¬
ti in corruccio, cioè in mantello nero e colla faccia coperta.
Parecchie altre confraternite, ed i figli e le figlie degli spedali
con cereo in mano terminavano il mortorio.
La comitiva faceva il giro della piazza di S. Marco, e come
la bara fosse giunta innanzi la chiesa, alzavasi tre volte da co¬
loro che la portavano, quasi avessero voluto che quella salma
rendesse l’ultimo omaggio al Signore. Di là il convoglio diri¬
gevasi verso la chiesa de ss. Gio. e Paolo dove, sopra altissimo
palco lavorato a disegno e tutto attorniato da immenso numero
di torce accese, riposava la bara coperta del baldacchino. Un
oratore recitava l’orazione funebre, e finalmente colle esequie
estreme terminava la mesta e grandiosa funzione.
Pubbliche andate del doge.
Di due specie erano le comparse pubbliche del doge; quelle
trionfali e quelle private, occasionate si le une come le altre per
celebrare alcune solennità ecclesiastiche e civili tendenti a
mantenere nel popolo la memoria dei fasti della patria. Il
corteggio ducale nelle trionfali comparse era il seguente: pri¬
mi venivano gli otto stendardi avuti dal doge Sebastiano Zia¬
ni da papa Alessandro III in memoria dei servigi dalla re¬
pubblica prestati a quel pontefice nella guerra contro l’impe¬
ratore Federico Barbarossa; seguitavano le sei trombe d’argento
sostenute sulle spalle da altrettanti fanciulli; indi succedevano