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contemplino. Ma quale indescrivibile sorta di diletto non po¬
trebbe essere offerta ai cuori gentili, se nel trascorrere si vaga
scena, si rammentassero per poco gli eroi che un di vagirono e
crebbero in que’ palagi, e la industria si ricordasse che seppe
trarre le ricchezze necessarie all’erezione di moli cosi ardite
Tuttavolta argomento ciò solo essere potrebbe di un’ opera
avente confini di quelli più ampi alla nostra conceduti. Qui
di null’altro possiamo rimanere contenti se non che di alcune
lievi notizie generali intorno alle famiglie, che o dimorarono
o dimorano nei palagi presi a considerare.
Partendo quindi dai Giardini pubblici, formati siccome al¬
trove abbiamo riferito (T. II, p. 176), da un tratto di terreno
fatto sgombro colla distruzione delle tre chiese di s. Nicolò, di
s. Antonio e di s. Domenico, delle Cappuccine di Castello e di
qualche altro privato edificio, muoveremo per tutta quella linea
di quasi 2,000 metri che con dolce curva bagna il fianco della
città dal lato del settentrione. In questa linea, dopo i pubblici
giardini, ci verranno offerti i cantieri (squeri) per la costruzione
dei mercantili navigli, a cui succede la via che conduce ai giar¬
dini; via che dal ponte della Veneta Marina è congiunta all’ al¬
tro tratto di riva ove la chiesa di s. Biagio ed i magazzini delle
militari provvigioni son posti (T. II, p. 173). Dopo il ponte del¬
l’Arsenale, reso levatoio affine di lasciar adito ai navigli che
si dirigono verso la Laguna, trovasi il gran tratto, cosi detto
della riva degli Schiavoni. Il primo fabbricato che sovr’ essa
s’innalza è quello il quale Intendenza delle sussistenze mili¬
tari oggi si appella, ed altre volte Casa coi forni dei biscotti
(T. II, p. 173). Succede bentosto il pio ospizio della Cà di Dic
(ivi p. 172) e dopo aver trapassato il ponte della Cà di Dio
viene il palazzo Gabrieli da noi pur ivi ricordato alla pag. 170
La odierna caserma del Sepolcro, stata un di il mona¬
stero di, tal nome (T. II, p. 171); indi l’ospizio degli Espo-
sti e la chiesa annessa sotto il titolo di s. Maria della Pietà,
sono oggetti da noi già considerati al detto tomo II, p. 167
siccome, giunti al ponte del Vin, si è parlato del palazzo Ber¬
nardo Nani Mocenigo, ora grande albergo reale di Giusep-
pe Danieli (T. II, p. 166). Trascorrendo però le prigioni, il
ponte della Paglia, quello dei sospiri (pag. 165), non che il
palazzo ducale (p. 50), abbiamo a lungo discorso di essi
insieme all’opposta isola di san Giorgio (T. I, p. 100). Della
Piazzetta si e parlato altresi al T. II, p. 1oi della Zecca si
disse eziandio alla pag. 1o1 del tomo medesimo, nel quale
finalmente si fece cenno alla pag. 108 dei magazzini pub¬
blici pel grano, e per le farine, che stavano ove ora sorge il