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e sessanta mila zeechini, che dieci milioni altrove ne gira¬
vano, che contavano un milione di zecchini in oro, e 200,000
in argentó, nonchè 80,000 soldi pure in argento; e che la mo¬
neta veneziana era la sola ánzi conosciuta per tutto il Le¬
vante (1).
In quei secoli contavano i Veneziani 36,000 marinai, 16,000
operai nell’arsenale, 3300 navi giranti per tutti i mari; e spe¬
divano in oltre grosse squadre composte di 24 galee e di tutto
l’occorrente dal governo provvedute. Presiedeva ad ogni squa¬
dra un comandante, al quale il governo aggiungeva un medico,
un chirurgo, varii trombetti; ed armate e guernite che fossero
di soldati e di marinai, venivano esibite a chiunque avesse
voluto acquistarle. Gli acquirenti le montavano, le caricavano
di merci per proprio conto, o cedevano ad altrui una porzione
del naviglio, e come ritornavano dal viaggio restituivano il
legno. Per tali nole
gi il governo ritraeva discretissimo red¬
dito, soltanto sugli zuccheri, sete, panni, se pure cosiffatti ge¬
neri avessero fatta parte del carico, dappoichè nulla più in¬
tendea il governo che offerire a’ suoi sudditi il mezzo di
navigare e d’industriarsi.
Una di queste squadre portavasi quindi a Caffa e ad Azof, e
faceva commercio coi Tartari e coi Russi, una a Trebisonda
ed a Sinope ; altra conducevasi a Costantinopoli ed ai porti
della Romania e della Grecia, ed una per la Siria, per l’ Asia
Minore, per l’Egitto, per la Barbaria e per la Spagna, e final
mente per l’Inghilterra e per la Fiandra.
Era vietato a queste squadre di toccare insieme lo stesso
porto o rada; il perchè la squadra destinata per Bairuč non po¬
teva andare in Alessandria, e quella diretta per l’ alta Roma¬
(1) Ad avere una idea di si smisurato commercio indicheremo ciò che i no
stri nel secolo XV ritraevano e davano solo ad alcune città d’Italia. Tortona,
Novara ed Alessandria della Paglia spedivano a Venezia 6000 pezze di panno
all’anno pel valore di 90,000 zecchini; Pavia 3000 per altri 45,000; Mila-
no 4ooo per altri 120,000; Monza 6000 per allri 90,000 ; Brescia 5000:
Bergamo 10,000 che valevano 140,000 zecchini; Cremona fustagni per altri
30,00o; Parma 4,000 pezze di panni pel valore di altri 60,000. — Milano poi,
per acquisto merci dava ai Veneziani annualmente 90,000 zecchini ; Monza
56,000; Tortona e Novara altri 56,000; Como 100,000; Alessandria 150,000;
Pavia 104,000, Cremona 140,000, Piacenza 102,000.— Queste città finalmente
ritraevano da Venezia cotone pel valore di 200,000 zecchini annui, filati per
altri 30,000, lana catalana per 3000, lana francese per 120,000, panni d’oro e
di seta per 250,000, pepe per 300,000, cannella per 64,000, gengevero per
80,000, zuccheri per 85,000, indaco e grana per 50,000, saponi per 250,000,
schiavi per 30,000, sale per un milione di zecchini.