Bellini nella quale pose il proprio nome col 1513, anno in che da
di lui fu dipinta; e che fa uno degli estremi del viver suo.
Bell’ opera troveremo essere nell’ altro altare la tavola col
transito di s. Giuseppe di Carlo Loth; e trascorsa che si abbia
la prima cappella laterale alla maggiore, non inutilmente potran¬
no essere esaminati nel maggior altare si il basso rilievo nel pa¬
rapetto dell’altare, buona opera del secolo XVI, e si la pala
col santo titolare ed altri santi di Frate Sebastiano dal Piombo.
Il rilievo dato in essa alle figure, l’impasto e la forza delle tin¬
te la fecero credere opera di Giorgione maestro di quel dottis¬
simo frate.
Nell’ altra cappella laterale alla maggiore vogliono essere os¬
servate le due figure ai lati, significanti s. Gio : Grisostomo e s.
Onofrio ed attribuite ai Vivarini. Formavano parte dell’ antico
organo ad una coi piccoli comparti che con piacere potranno
essere veduti nella sagrestia, la quale sopra la porta ha il bu¬
sto del parroco Jacopo Valle morto nel 1617.
Il basso rilievo che serve di tavola all’altare della cappella la¬
terale della crociera coi dodici apostoli è di Tullio Lombar¬
do. La tradizione vorrebbe finalmente che l’effigie di s. Antonio
di Padova nell’ultimo altare fosse stata dipinta ai giormi del
santo ; ma veramente non è anteriore al secolo XV perchè è
dipinta ad olio. Bensi la confraternita instituita in questa chiesa
è la prima che in onore di esso santo sia stata institaita in Ve¬
nezia.
Dalla chiesa ci sarà d’uopo vedere ivi presso il téatro Ma¬
libran più comunemente conosciuto sotto il nome di Teatro di
s. Gio. Grisostomo. Esso fu eretto nel 1667 dalla famiglia Gri¬
mani sul terreno dove prima sorgeva il palazzo dei celebri viag¬
giatori Nicolò, Matteo e Marco Polo (1).
(1) La famiglia Polo, delle antiche veneziane patrizie, derivava dalla Dal¬
mazia e propriamente da Sebenico. Due n’ erano i rami in Venezia nel se¬
colo XIII ; l’ uno abitava nella contrada di s. Felice, dalla quale passò po¬
scia a s. Giovanni Grisostomo ; e l’ altro abitava a s. Geremia. La famiglia
de’ celebri viaggiatori Nicolò, Matteo « Marco era questa di s. Gio. Griso¬
stomo. Le brevi notizie che la riguardano vengono tratte dalle belle me¬
morie dateci dal sig. Emmanuele Cicogna nell’ illustrare la iscrizione posta
sulla sepoltura di Nicolò Polo, già esistente nella chiesa di s. Lorenzo.
Nicoló e Matteo Polo, figli di Andrea, partirono da Venezia nel 1250 e
recatisi a Costantinopoli ed aumentate col traffico le ricchezze andarono
nel mar Maggiore. Comperale ivi gioie di gran prezzo fecero vela per
Soldadia dove dimorarono fino al 1260 in cui recaronsi alla città di Bolgari,
residenza del gran Can de’ Tartari occidentali. A lui donarono le gioie por¬
tate ed egli retribuilli col doppio del valore di esse. Stettero un anno in
quel paese ; ma insorta guerra tra quel Can e l'altro di Persia, ovvero dei
Tartari orientali, portaronsi a Bockara città dell'Asia media, donde nel 1264