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mente notando le loro destinazioui primitive e le modificazioni
in seguito ricevute. Principiamo adunque dalla Libreria.
Quando pensava la repubblica a disporre in un conveniente fab¬
bricato (an. 1536 ) i libri donati dal cardinal Bessárione, come
già si è detto (T. II. p. 89 ), ne affidava il carico a Jacopo San¬
sovino, che se per un ispirazione sentiva il forte da essere comu¬
nicato alla Zecca testè esaminata, per un’altra inspirazione prova-
va il leggiadro conveniente ad un edifizio dove star doveano rac-
colti i bei frutti delle lettere e delle scienze. Nè al dir di Palladio
dagli antichi in qua si elevò mai più ricco, più ben ornato edifizio
superiore, come lo chiamava l’Aretino, ad ogni invidia; per nul¬
la dire del famoso cantone della fabbrica verso il Campanile che
costò all’ architetto grande studio e tanta fama gli ha procaccia¬
to appo gl’intendenti. Perocchè, avendo tentato sciorre in esso il
problema di far cadere una metà giusta di metopa nell’ ango¬
lo del fregio dorico, se precisamente non raggiunse la meta dei
suoi studi mostrò certo molto ingegno Sansovino nell’aggiungere
al pilastro angolare un’ aletta larga quanto faceva d’ uopo, onde
allungar il fregio dell’angolo all’ oggetto d’ introdurvi, la mezza
metopa.
Rilevasi per tre gradini questo nobile edificio dalla piazzet¬
ta, ed ha la facciata adorna di due soli ordini: dorico il pri¬
mo e ionico il secondo, ma maestosi entrambi e rinomati per le
svelte proporzioni loro. Ciò che più aggiunge per altro di ve¬
nustà al fabbricato si è lo spazioso Fregio, che nobilmente ornato
di bassirilievi è sovrapposto alla trabeazione del secondo ordine
nel qual fregio sono anche aperte con bella simmctria alcune pic¬
cole finestre ovali per dar luce ai. superiori mezzanini. Tutto l’e¬
difizio è coronato in fine di una continua balaustrata, sui piedistalli
della quale sonvi pregiatissime statue scolpite da Bartolammeo
Ammanati, da Tommaso Lombardo e da altri eletti allievi del
Sansovino medesimo.
L’altezza totale dell’ edificio è di piedi v. 52, ovvero met. 17.91
senza contare le statue di oltre sei piedi. La sua fronte sulla piaz¬
zetta ha 21 arco, tanto nell’ esterno che nell’ interno. Tre archi
interni ed esterni hanno però i due fianchi sorgenti sul Molo e sulla
Piazza. Sedici di quegli archi interni servono ad uso di botteghe;
ma i tre interni più grandiosi formano tre ingressi principali; quello di
mezzo (reso più distinto ne’suoi stipiti da due gigantesche cariatidi
scolpite da Alessandro Vittoria) dà ingresso alla Libreria, mentre
quello alla destra di chi guarda mette ad uno de’cortili delle nuo¬
ve Procuratie, ed il terzo alla Zecca.
Entrando adunque per quello di mezzo si sale tosto una ma¬
gnifica scala che distesa in due rami , ed abbellita da ricche ed
ornate rivolte messe a stucchi dallo stesso Vittoria e dipinte, quelle
del primo ramo, da Giambattista Semolei, e quelle dell'altro ramo, da