Full text: Volume (1)

101 
Lecca. 
Da memorie incontrastabili sappiamo che non solo fino dall'VIII 
secolo, e forse più in là, risale l’uso di battere moneta in Venezia; 
ma che, al contrario di quanto veniva praticato ne’diversi stati d’Ita¬ 
lia , in cui davansi ad impresa i metalli da monetarsi, l’azienda 
della Zecca era sin dai primordi maneggiata in Venezia per am¬ 
ministrazione tenendone appositi magistrati la cura ed il governo. 
Leggesi difatti che fino dal 1269 furono quivi instituiti alcuni uf¬ 
fiziali occupati della monetazione, in seguito detti Massari. La 
nomina loro dipendeva dal maggior consiglio; ma affidata ne' tem¬ 
pi posteriori la materia della monetazjone al senato, creava esso 
una nuova magistratura intitolata i Provveditori di Zecca (1), a 
cui erano i Massari subordinati comunque continuasse il maggior 
consiglio ad eleggerli, nè desistessero mai dalla prerogativa di fir¬ 
mare le monete colle iniziali del più anziano fra essi. 
Aggravato pérè dal peso dei secoli il primo edificio della Zecca 
pe dispose il governo nel 1535 la ricostruzione sul modello tra gli 
altri trascelto di Jacopo Tatti soprannominato il Sansovino, il 
quale toltosi dalle sciagure di Roma (an. 1527) e venuto à ri¬ 
coverarsi in Venezia, col fine d’ire in Francia, fu invece quivi trat¬ 
tenuto dalla liberalità della repubblica e destinato sopraintendente 
(an. 1529 ) alle pubbliche fabbriche ; ufficio lucroso rimasto va¬ 
cante per la morte di M. Bartolommeo Buono. Una di quelle in¬ 
spirazioni che il genio prova facilmente , ma che sfuggono alle 
smanie della mediocrità, mostrava in un tratto a Sansovino il con¬ 
cetto architettonico conveniente alla Zecca a lui commessa. I mo¬ 
delli dell’antichità, imbarazzo piuttosto per chi non sa scegliere ed 
opportunamente applicare, gli diedero tanto che bastasse a produr¬ 
re una fabbrica del tutto nuova, frutto unico della sua mente 
investita dalle convenienze di sito, di destinazione, di forza e di 
difesa. 
E chi non iscorge siffatti caratteri riguardando soltanto la fac¬ 
(1) Erano tre i propveditori o sopraintendenti generali della Zecca; ma 
oltre ad essi c’erano altri cinque provveditori uno de’quali avea il litolo d'In¬ 
quisitore. Ad essi, con autorità civile e criminale, speltavano tulte le materie 
di monete e valule false, forestiere, scarse, ec. Non erano però i soli magistrali 
della Zecca dacchè c’era pure un cosi delto Depositario pel pagamento delle 
milizie e degl’impiegali, un prorpeditore ai pro, pel pagamento degl’interes¬ 
si a carico dello stalo; un conservatore dei depositi il quale riscuoteva dalle 
casse di Terraferma, in una alle lasse imposte ai banditi ; i tre revisori e re¬ 
golatori delle entrate pubbliche in Zecca , i quali sopraintendeyano ai pub¬ 
blici redditi per conto dazi , appalti, ed altri prodotli finanziari; i camarlen 
ghi di Zecca i quali pogavano agli-ordini delle Quarantie ; finalmente un 
cassiere apposito pel pagamento degl'impiegati della Zecca.
	        
Waiting...

Note to user

Dear user,

In response to current developments in the web technology used by the Goobi viewer, the software no longer supports your browser.

Please use one of the following browsers to display this page correctly.

Thank you.

powered by Goobi viewer