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comincia col num. 26. nel quale affigurasi s. Benedetto che libera
dal demonio un cherico aquinate — 27. Salva i suoi fratelli dalla
distruzione del convento procurata dai barbari — 28. Mandatigli
due vasi di Falefno per un famiglio questi ne occultò uno, per cui
s. Benedetto gli predice che dal vaso nascosto uscirebbe un ser¬
pe,a suo danno — 29. Scopre ad un monaco i fazzoletti presi senza
licenza — 30 Corregge un monaco impaziente nel tenere la lucer¬
na. — 31. Ottiene duecento moggia di farina nell’inopia de’ suoi
monaci — 32. Addita ai monaci in sogno dove avessero a fabbricare
un monastero — 33. Arresta nella tomba le monache uscenti dal
tempio — 34. Dà l’ Eucaristia ad un monaco posto nel sepolcro.
35. Accoglie un monaco inseguito da un dragone — 36. Libera
un fanciullo dal morbo elefantino — 37. Dà ai poveri denari pre¬
si a censo — 38. Libera un lebbroso — 39. Gitta dalla finestra
un vaso d’olio senza che si spezzi il vase o l’olio si sparga — 40.
Libera un monaco invaso dal demonio sotto le specie di medico
41. Scioglie un contadino avvinto da un soldato dei Goti
42. Risuscita un fanciullo estinto — 43. Per l’inclemenza del tem¬
po rimane una notte con s. Scolastica sua sorella — 44. Vede
l’anima di essa volar al cielo, e ne fa seppellire il corpo nel se¬
polcro per sè preparato — 45. Ad un raggio solare contempla
l’universo mentre l’ anima di s. Germano è trasportata al cielo
46. Dà le regole dell’ordine — 47. Sua ultima comunione — 48.
Dormendo una pazza nella spelonca, ov’era il ’santo seppellito, sor¬
ge al mattino sana e saggia.
Un parapetto, sul quale v’hanno i dodici apostoli, divide que¬
sto primo dal sęcondo ordine de’ sedili pur lavorati a minutissimi e
vaghissimi intagli di festoni, di fogliami, di animali, e di figure
Nel mezzo al coro giace finalmente nobilissimo lettorino in cima
al quale tutto d’un pezzo v’ ha s. Giorgio che uccide il serpente.
Chi poi dal coro si rechi all’ andito alla destra che metteva un tempo
al convento troverà prima sulla soglia posta una lapide a quel monaco
Pietro che trasporto le ossa di s. Stefano, indi il deposito rinno¬
vato dai monaci nel 1637 sul disegno di Baldissera Longhena in
memoria del doge Domenico Michiel prenditore di Tiro, guerreg
giatore nella Siria e nell’ Ungheria, prudente di consiglio, e morto
nel 1128. In questo medesimo andito nel 1755 si collocava dai mo¬
naci eziandio la effigie di Buonincontro Boatero, dottore bologne
se , consultore della repubblica, abate di questo monastero e mor¬
to nel 1381.
Se da quest’ andito giri alcun počo alla destra ti avvieni alla cosi
detta cappella dei morti o coro notturno ove sta il corpo di s. Paolo
martire tolto da certo ab. Paolo con l’aiuto di Marino Storlato po¬
destà di Costantinopoli per la Repubblica. Cosa rara di Tintoretto
è quivi la pala del Redentore deposto . Poche altre opere di si
immortale autore l’eguagliano certamente. Morbidezza nelle car¬