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chiata ai pubblici giardini costrutti sulle rovine delle chiese già ram¬
mentate.—Posti sopra la punta orientale della città, e circondati da
tre lati dalla laguna, ssembrano sorgere dal mare pei offrire da qua¬
lunque parte una mágnifica prospettiva. All'occidente un singolare
bacino, a cui i bellissimi colli Eugarfei fanno corona, ripieno di ba¬
stimenti e cinto dalle „grandi fabbriche della città, dalle isole di s.
Giorgio e della Giudecca, presenta l’immagine di vastissimo anfitea¬
trointanto che le molte barche che a remo ed a vela lo trascor¬
rono animand interamente questo quadro. Alla parte d’ostro l’oriz¬
zonte è chiuso daí litorali di Malamocco e di Pellestrina, e verso greco
le isole di s. Elena, delle Vignole ed il castello di s. Aodrea fanno di
sè superba mostra, e più da lunge ecco il porto del Lido, eccó, il mare
ed i pavigli. Quale scena è mai cotesta, superiore ad ogni descrizione
e tale da rendere i giardini di una città nata sull'onde forse supe¬
riori a quelli delle più rinomate tittà terrestri!
Perche non fosse affatto spenta la memoria dalle cose perdute
per la costruzione dei giardini si mise’ nel punto -dell’ approdo
dei giardini medesimé"dalla parte del rivo l'arco della cappella
Lando esistente nella chiesa di s. Antonio, non chè il capitello di
una colonna che risale all’ epoca della fondazione della men¬
zionata chiesa di s. Antonio, leggendosi in una della facce di esso in
carattere. gotico: Frater Gotus primus prior; con sottoposto stem¬
ma, che è uno scudo «con cinque palle ritondate poste in cinta, ed
in mezzo la lettera greca T insegna dell’ordine di s. Antonio. E
collocato quel capitello verso la chiesa, di’s. Giuseppè a cui ora
ci recheremo.
Chiesa e monastero di s. Giuseppe.
Per soddisfare al desiderio del popolo di avere una chiesa de¬
dicata a s. Gjuseppe ne permise il senato l’ erezione (an. 1512) e
sui beni del fisco ne assegnò ezíandio 4oo ducati di- rendita. Più
ancora si fece. Dal monastero delle agostiniane di s. Giuseppe di
Verona si estrassero nel medesimo anno alcune monache perchè
fondassero accanto alla detta chiesa un monastero del medesimo
ordine. E sebbene ciò tosto siasi per esse nel miglior modo com¬
piuto , nondimeno assai lentamente procedevanó le fabbriche pei
gravi dispendi delle guerre a cui era costretta allora la Repub¬
blica. Quindi una confraternita di cittadini e di mercatanti nel 1530
s’institui in questa chiesa-col fine di raccogliere elemosine ed ac¬
celerare il termine degli edifici che nel 1643 erano per tale ma¬
niera anche consacrati.
Ma come sempre ristrette riuscivano le rendite all' alimento del¬
le numerose suore quivi raccolte, il papa Clemente VII assegnò ad
esse quelle della chiesa parrocchiale di s. Giuliana di Villa