Full text: Volume (2)

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Appena entrati in essa, volgendoci a destra, vedremo un quadro 
de’più studiati di Giovanni Contarini. Con invenzione spiritosa, e con 
vero gusto tizianesco sta ivi espressa la battaglia per la quale nel 1439 
Verona fu liberata dalle armi veneziane comandate dallo Sforza contro 
Niccolò Piccinino capitano del duca di Milano. Nell’opposto quadro 
da Carletto Caliari si espresse il doge Pasqual Cigogna in atto di 
accogliere quattro ambasciatori (an. 1585) che dispiegano drappi di 
bel lavoro mandati in dono alla Repubblica dal re di Persia. - 
Andrea Vicentino rappresentò nel seguente quadro il sopra no¬ 
minato Enrico III re di Fráncia (T.II., p. 60 ) quando viene incon¬ 
trato al Lido dal doge Luigi Mocenigo e dal patriarca Giovanni 
Trevisan.Alla destra del re e ritratto il legato apostolico, e tra i 
cavalieri che portano l’ ombrello soño pure ritratti i senatori Ja¬ 
copo Soranzo e Marcantonio Barbaro , ed il procuratore Paolo 
Tiepolo. Fra quelli in fine del seguito fu ritratto pér primo il pro¬ 
curator Jacopo Foscarini, e per secondo il valoroso generale An¬ 
tonio Canal. Vedesi ad un tempo l’architettura del grand’ arco 
disegnato da Andrea Palladio. L’ ultimo quadro poi che, trascor¬ 
sa la porta, sta in questo lato è di Carletto Caliari e rappresenta 
il doge che intromette alla udienza alcuni ambasciatori dello 
stato. 
Volgendosi all’ opposto lato trovasi un’ altra pregiata ope¬ 
ra di Giovanni Contarini stata trasportata a Parigi nel 1797 colle 
altre spoglie ma restituita e quivi rimessa nel 1817. E in essa 
ritratto il doge Marino Grimani che colla scorta (di s. Marco si 
pone ginocchioni dinanzi a M. V. a cui stanno appresso un ange¬ 
lo, s. Marina e s. Sebastiano. Passata la porta trovasi il famoso 
quadro allegorico di Tiziano stato pure asportato a Parigi e qui¬ 
vi nel 1817 restituito. Rappresenta la Fede in gloria con s. Mar¬ 
co che la mira, ed in ginocchio il doge Antonio Grimani armato. 
Significava Tiziano con tale quadro gl’ istanti in cui, colpa di 
avversa fortuna, quel doge relegato à Cherso mentre era generale 
delle armi della repubblica, sofferiva la sua calamità con fermezza 
d’animo e con sentimento di fede . Laonde mise gloriosa Tiziano 
la Fede, ed il doge che con tranquilla coscienza riposa e s’ acqueta 
nel potere di lei. Ah! Tiziano, qual opera può adeguare cotesta 
tua? — Ai lati di questo quadro sonovi due figure di un alfiere 
e di un profeta dipinte da Marco Vecellio. 
Staccato l’occhio dalle pareti riguarderemo il soffitto. Palladio 
ne faceva i comparti; il Bombarda, il Vittoria ed altri scultori fa¬ 
cevano gli stucchi sopra le invenzioni di Francesco Sansovino, e 
Jacopo Tintoretto ne eseguiva le pitture. Con esse rappresentava 
nel comparto dimezzo Venezia tra molte deità condotta da Giove 
nell’Adriatico. In quello alla destra si vede Venezia medesima cin¬ 
ta da molte virtù spezzare un giogo, e calcare l'invidia. In quel-
	        
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