vano più belld. Quindi Zelotti fece si l’ ovale dalla parte delle fi¬
nestre con Giano e Giunone" onde significare la perpetuità e la
ricchezza del veneto governo, e si il quadro bislungo vicino con Ve¬
nezia contemplante Marte e Nettuno sue tutelari deità. Il Bassano
dipinse l’altro ovale con Nettuno tirato dai cavalli marini in uno
al seguente quadro bislungo con Mercurio che parla alla Pace
Paolo fece poi nel seguente ovato il vecchio seduto con quella
donna accanto. E quanto amore mise mai in questa pittura al
paro che nell’ altro quadro bislungo dove scorgesi Venezia che
infranti i ceppi osserva il cielo ! L’ultimo ovale con Véhezia sopra
il leone con lo scettro in mano è del Zelotti; ma mancano le due
grandi opere di Paolo che adornavano sovra tutto questo soffitto.
Era l’ una l’ovale del mezzo raffigurante Giove che fulminava i
quattro vizi il cui castigo era riservato appunto al consiglio de' X,
cioè il ladro sacrilego , l’ incendiario, il monetario falso ed il so¬
domita. Era l’ altra il prossimo quadro bislungo esprimente Giu¬
none dispensiera di ricchezze a Venezia.
Tutti gli altri comparti di questo soffitto a chiaro-scuro sono
degli stessi autori, i quali colle quattro donne turrite che circon¬
dano l’ ovato di mezzo, espressero i quattro elementi. Del solo Ze¬
lotti è però il fregio che gira all’ intorno della sala con vari put-
tini ed otto iscrizioni.
Dal soffitto passando ad osservare i tre gran quadri che cuopro¬
no le pareti di questa sala, diremo in prima che quello nel mezzo
colla visita de’ Magi è opera dell’ Aliense assai bene immaginata e
di una esecuzione diligente. Sotto quel quadro stava appunto il
tribunale del consiglio de’X avente nel mezzo il trono pel doge
ed ai lati i sedili pei consiglieri.
Nel quadro alla destra di chi guarda, Leandro Bassano espres¬
se il doge Sebastiano Ziani incontrato da papa Alessandro III al¬
lorchè tornava vincitore di Federigo Barbarossa (an. 1175).
La maggior parte delle teste sono ritratte dal naturale, e tutta
l’opera e molto saviamente concepita , assai belli e varii ne sono
i vestimenti. Nell’ opposto quadro Marco Vecellio dipinse papa
Clemente VII e l’ imperatore Carlo V che conchiudono la pace
d’Italia in Bologna, di cui si vede la piazza.
Passando per un transito, coperto altre volte di quadri di ma¬
niera antica con altri quadri e stregozzi del Civetta, si giunge alla
SALA DELLE QUATTRO PORTE. Questa sala, cosi denominata per
aver quattro porte , fu ridotta da Andrea Palladio dope l’incen¬
dio del 1574. Pria di quel disastro avea il soffitto tutto carico d’orc
e mirabile pegl’ intagli, per le squisite pitture de’ più celebrati pen¬
nelli mentre le sue porte erano adorne di colonne di marmo pario.
Nel tempo della repubblica non più serviva che a luogo di pas¬
saggio e di anticamera.