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gliô dei X dall’ esservene di fatto una alla sinistra per la quale si
entra nella descritta suprema stanza de’ capi del medesimo consiglio.
Quivi trattenevansi, durante le sedute de’ capi. del consiglio dei
X, i sei fanti del consiglio stesso , il capitano grande, ovvero il
capo di tutto il satellizio dipendente dal consiglio, ed i sei capitani
delle barche del consiglio, ai quali erano subordinate alcune compa-
gnie di sbirraglia aventi la propria barca. Oltre a questi niun altro
poteva aver accesso ad un tal luogo se non quelli che fossero stati
citati o per essere esaminati o per essere corretti dai capi del con¬
siglio o dal tribunale degl’ inquisitori : anzi era una specie di ga¬
stigo l’ essere chiamati per varie mattine alla Bussola onde atten¬
dere unà correzione che dar si poteva sul momento.
Dirimpetto alle finestre evvi un quadro di Marco Tiziano con
N. D., un angelo e s. Marco assistente al doge Leonardo Dona
to, eletto nel 1606. Potrebbe alludere un tal quadro all’ aiuto
divino trovato da quel doge nel sopportare l’interdetto fulminato
da Paolo V contro la repubblica . Nella vicina parete sopra la
porta a destra Antonio Vassilacchi, detto l’Aliense, dipinse il po¬
polo della città di Brescia che presenta le chiavi al generale Sfor¬
za (an. 1416). Il profilo di quel generale , e tutta la posteriore
sua comitiva come sono trattati! Lo stesso pittore, non però con
eguale successo, espresse all’opposto lato la resa della città di Ber¬
gamo fatta nell’ anno appresso sotto il general Carmagnola nella
guerra medesima contro Filippo Maria Visconti duca di Milano.
Il soffitto poi, messo in parte ad oro, è tutto di Paolo Veronese.
Per essere stata trasportata a Parigi nel 1797 mancavi però la
maggior opera esprimente s. Marco sostenuto dagli angeli, e Vene-
zia nel mezzo circondata da tre principali virtù. Vi restano non¬
dimeno molti chiaro-scuri, sei dei quali offrono alcuni trionfi ro¬
mani, e negli angoli le diverse figure di s. Marco.
I due prigioni appoggiati ai pilastri del focolare suppongonsi di
Pietro da Salò; ma entriamo nella
SALA DEL CONSIGLIO DE’ DIECI. Quivi sotto la Repubblica ridu¬
ceasi un tale consiglio nell’inverno dacchè, come il Pregadi, per
maggior respiro solea ridursi nell’estate nellasala del maggior consi¬
glio. Il consiglio de’ X era composto da 17 individui, dieci dei
quali venivano eletti dal maggior consiglio per un anno, mentre gli
altri sette componeansi del doge e di sei consiglieri. Eccelsa n’e¬
ra invero l’autorità spettando ad esso il procedere contro tutti i
delitti di lesa maestà , contro i sediziosi, i monetari falsi, ec. Col
sostegno delle leggi incuteva ai nobili al paro che a’ plebei e col
terrore suo diveniva il principale scudo della repubblica.
Il soffitto di questa sala, messo ad oro, è invenzione del patriar¬
ca di Aquileia Daniele Barbaro, ma i pennelli di Paolo Veronese,
di Giambattista Ponchino detto il Bozzato, e del Zelotti lo rende-