Full text: Volume (2)

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tornava da Vienna (an. 1782), ma qui altre memorie storiche 
non ci sarebbe dato di rinvenire. 
Poco lunge da essa trovasi l’isola detta un tempo sant' Ange¬ 
lo di Contorta, e poscia sant’ Angelo della polvere. Ebbe quel 
primo titolo da un monastero di monache dedicato a s. Michele 
Arcangelo, che nel 1474 si rese celebre per la scioltezza delle 
sue abitatrici e per la caparbietà ed ostinazione loro nel far fron¬ 
te a quanti le volevano riformare. Fu forza levarle di là e con¬ 
centrarle nel convento della Croce della Giudecca. Per la qual 
cosa rimase bensi solitario; il monastero, ma bramosi i pp. car¬ 
melitani della congregaziene appellata di Mantova di piantar sede 
in Venezia, lo chiesero alle monache della Croce, e mediante pic¬ 
coli censi presero ad abitarlo nel 1518. E lo abitarono per 36 
anni finchè, avendo il senato destinata quest’ isola tanto discosta 
dalla città alla fabbrica della polvere, i Carmelitani passarono a 
sant Angelo della Giudecca (T. I. p. 175) e l’isola assunse il 
nome di s. Angelo della polvere. Nondimeno un ful mine (an. 1689) 
caduto in que magazzini incendiò tutta l’isola, che circondata 
dapprima da grossa muraglia, con quattro torri ai quattro angoli e 
con un solo portone magnifico non divenne più che un mucchio di 
sassi. Rimessa però nel miglior modo possibile fu destinata ad al¬ 
tri usi, ma sempre con vari lavori conviene difenderla dalla cor¬ 
rosione delle correnti marine. 
Passata questa isola, dentro alla laguna viva, sorge altra deserta 
isoletta appena osservabile. Pure fu abitata un tempo ed ebbe 
tre chiese ; una che dedicata a santa Maria, fondata nel 960 dalla 
famiglia Odoalda, diede il nome a tutta l’isola dicendosi s. Maria 
di Boccalama, la seconda intitolata a s. Marco, veniva uffiziata dai 
canonici Regolari agostiniani, mentre la terza era sacra a s. Leonar 
do. Queste due ultime nel 1437, quando imperversava la peste, fu¬ 
rono destinate a ricevere le ossa dei morti non essendo sufficient 
i cimiteri della città a seppellirne l’immenso numero . Orrido 
spettacolo! Appositi piatti (peate) giravano allora tutto il giorno 
la città ed i condottieri loro andavano gridando; chi ha morti li 
getti abbasso, tanti erano i cadaveri. Com è naturale a vedersi an¬ 
che i canonici regolari di santa Maria in si lagrimevole calamità 
dovettero abbandonare il cenobio , nè tornandovi al cessare del 
flagello, il deserto luogo (an. 1441) da Eugenio IV fu unito al 
seminario dei chierici della diocesi Castellana in uno alle rendite. 
Per molte ortaglie andava celebre quest’isola; ma si le correnti 
la rodevano che inutile riusoiva ogni riparo. Laonde il governo 
avea permesso al priore di s. Marco di poter con argini e palafit¬ 
te occupare la laguna lungo 250 piedi avvegnache assai se ne 
stimava importante la sua conservazione al ricovero nelle burra¬ 
sche si dei pescatori di Poveglia e si delle barche che per la via 
lunga andavano a Padova. Questa via lunga era il salire, pel por
	        
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