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sanzio che in Andrianopoli. Benefattori insigni mostraronsi verso
di essi i due dogi Sebastiano e Pietro Ziani. Il primo, oltre a va¬
rie largizioni, ampliava il monastero, ed il secondo danneggiata al¬
tamente quella fabbrica pel terremuoto del. 1221, o conforme altri
del 1229, dava modo ai monaci , coll’aiuto degl’ imprestiti e dei
donativi, di ristaurarla. Ma chi vorrebbe enumérare quanti benefi¬
carono questo monastero, quanti il protessero ?
E ben rispondevano a tanta protezione que’ religiosi non solo coi
chiari studi nelle scienze e nelle lettere; ma si offerendo e pro¬
fessori in ogni tempo alle università dello stato e vescovi alle chie¬
se, e si promovendo fuormisura le arti belle, coltivando l’agricol¬
tura e sovvenendo nelle distrette la patria. Le quali cose se ci mo¬
strano come naturalmente dovesse il veneto governo accordar pre¬
dilezione ą questo monastero, meglio conosceremo la pubblica sti¬
ma di che esso godeva considerando ai favori de’ principi stra¬
nieri. L’imperatore Enrico V (anno 1174) gli accordava privile¬
gi nel regno Italico e nel resto dell’ impero. Federicò II, detto Bar¬
barossa (an. 1177), allorchè trasferissi a Venezia a patteggiare la
pace, non solo li confermava, ma gli ampliava eziandio. Chiese e
tèrre otteneva, si in Lenno dall’ arcivescovo Michele (an. 1136
e si in Andríanopoli (an. 1157) dall’ab. Ugone, e finalmente splen¬
didissima libreria nel seno di questo monastero fondava nel seco¬
lo XV Cosimo de’ Medici quando fu confinato a Venezia dalla sua
Repubblica, premuroso di fare per fino la facciata della chiesa se
politici rispetti del governo non glielo avessero vietato (1).
Tuttavolta, più che altri, facevano a gara i pontefici, da Calisto II
fino a Pio VII nel sostenere que’ monaci. Cominciavano Calisto II, ed
il II Innocenzo, a favorirli di mille privilegi; succedeva Onorio III, non
che a proteggerli contro i canonici Giustinopolitani, a sottrarli dal¬
la dipendenza del patriarcato di Grado e del vescovato di Castello on¬
de porli sotto la immediata tutela della santa sede. Innocenzo IV. tut¬
to confermava ed accresceva, mentre Clemente IY li provvedeva ar
danni del clero veneziano ; il che non solo sanciva Gregorio X, ma
nell’ avvalorare la diretta loro dipendenza a s. Pietro, ne accordava
perfino le annesse possessioni. Cosi di mano in mano tutti i ponte¬
fici sino a Pio VII mostravansi propizii ad un convento che rendeva
ogni cosa pari alla celebrità del suo nome.
Nel 1799 la procella repubblicana avea scacciato da Roma Pio VI
che mori in Valenza di Francia. In tanta iattura Francesco II im¬
perator di Alemagna offeriva quest’isola all’errante collegio apo¬
stolico, il quale formatosi quivi in conclave ponea la tiara all’umile
(1) A quella libreria nel 1614 ne fu un’ altra sosti tuita, beuchè i monaci
conservassero la prima con gli stemmi della casa Medicea. Gli scafsali del¬
l’ultima si trasfcrirono al Liceo-Convitto di s. Caterina di Venezia.