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oggimai fuori di dubbio , dandone un
ocular riprova la fascia aggiunta allo
zoccolo nella quale stanno i caratteri,
che questo nome fia una frode di un im-
perito, il quale nè la formazione delle
lettere seppe imitare corrispondente all'
antica, nè in si poche parole seppe sfug¬
gire errori di grammatica (LXXII.). La
figura di questa Venere data in tre ve-
dute nel mufeo fiorentino (LXXIII.) ha
molto infelicemente espresse le fue bel-
lezze, onde da queste tavole chi non la
vedde mal faprebbe formar l'idea di sua
perfezione, la quale però fe voleffi farla
sentire intieramente con le parole, ser¬
vendomi anche dei versi con i quali
l'Ariofto celebrò la belliffima Olimpia non
dovrei lusingarmi di riuscirvi meglio,
avendo contro di me l'impotenza della
lingua a dipingere gli oggetti, che vanno
osservati per esser goduti col senso della
vista. L’ab. Winckelmann che rimirava
con