Full text: La esposizione italiana del 1861

L’ESPOSIZIONE ITALIANA DEL 1861. 
corda, le quali la fanno allungare od accorciare, dal 
cui poggia e degli effetti che questo apparato ha 
dato luminosa prova di conseguire. 
che ne deriva per conseguenza lo spostamento delle 
Frattanto noi felicitiamo il signor Bossi del fe¬ 
spirali di seta che mano mano s’ avvolgono sull’ or- 
lice suo ritrovato, e ci auguriamo di vedere che 
ditojo in modo irregolare ed a spese della ne¬ 
dietro questi brevi cenni, le grandi fabbriche fac 
cessaria uniformità di tensione dei fili dell’ordito- 
ciano appello alla sua immancabile solerzia onde 
e vengono quindi tolte, mercè questo apparato, le 
profittarne; tanto più che, fattolo interpellare in 
frequenti rigature che talvolta,scorgonsi anche nei 
proposito egli si mostra disposto a qualsiasi mag 
più ricchi e delicati tessuti come si può rilevare in 
gior schiarimento avessimo lasciato desiderare e 
molte delle stoffe esposte in questa mostra naziona¬ 
ad assumere le applicazioni agli orditoi comuni, 
le ; come pure mercè sua vengono rese più facili e 
ove ne venisse richiesto. — Desideriamo assai che 
spedite le operazioni della tessitura. 
ció avvenga a vantaggio d’ una manifattura che 
L’uniformità di tensione negli ordimenti che 
sembra destinata a conservarci in paese una gran 
è uno de’ requisiti fondamentali per ottenere la bel¬ 
lezza delle stoffe, si ottiene coll’ Orditojo Bossi per 
G. R. 
parte della serica ricchezza italiana. 
mezzo di un apposito regolatore munito di un’ ec 
centrica divisa in 24 raggi di differente lunghezza 
fra di loro, e questo regolatore fa cangiare di posto 
alla spirale ad ogni portata che si ordisce, senza 
che l’orditrice vi ponga mano ; e con ciò vengono 
FOTOGRAFIE. 
evitati i solchi ed i cumuli di seta sull’ orditojo, 
cause precipue delle irregolarità di tensione nei fili. 
Il regolatore serve per tutte le proporzioni, 
mediante il trasporto opportuno della spina che 
RITRATTI PER INGRANDIMENTO. 
forma punto d’ appoggio della leva su di cui poggia 
l’elice, la quale, in ogní caso , percorre uno spazic 
nel senso verticale eguale a  circa di quello che 
esiste fra l’ una e l’ altra spirale. 
Promettemmo esaminare le fotografie rappre¬ 
Il sistema d’ingranaggio che può variarsi a pia¬ 
sentanti ritratti sotto due diverse specie, per di¬ 
cere, porge la comodità di combinare ordimenti 
stinguere le grandezze e le difficoltà relative non 
colle spirali più o meno prossime fra di loro in pro¬ 
solo ; ma la differenza de’ mezzi onde si ottengono 
porzione delle materie più o meno voluminose che 
que’ diversi risultati. Diremo adunque brevemente 
si ordiscono, e delle lunghezze diverse degli- ordi¬ 
per comodo di que’ lettori che, ignari dell’ arte fo- 
menti; per cui se un ordimento fosse composto di 
tografica, restano meravigliati all’aspetto di quei 
un limitato numero di portate, si potrà ottenerlo 
grandi ritratti d’intera o mezza figura al naturale 
della lunghezza di circa trecento metri. Se invece 
non essere questi prodotti, tali quali si veggono, da 
l’ ordimento fosse composto d’ un numero maggiore 
una grande obbiettiva che ne riporti l’imagine sopra 
di portate, o fosse costituito di materia a grosse 
di una lastra chimicamente preparata che in arte 
filo, lo si otterrà di proporzionata lunghezza minore 
chiamasi negativa, il che porterebbe delle difficoltà 
ed anche al di sotto di metri cento. 
L’immenso vantaggio di questo sistema sta in e delle spese, se anche superabili, inconvenientis- 
sime. E inutile riandare i vantaggi che recò l’ arte 
ciò che può essere facilmente applicato a qualsiasi 
della fotografia in cotal genere di uso, tra per la fe¬ 
orditojo comune. 
deltà al suo originale e per la economia, economia e 
Il modello esposto dal signor Bossi è nel suo 
fedeltà che ben veggiamo come vennero riconosciute 
assioma nella proporzione d’ un quarto del vero; 
e confermata dal comune plauso ed uso che se ne 
ma l’ elice invece, si può considerare nella propor 
fa universalmente. Ma non lievi erano i difetti della 
zione della sola metà diametro, ed è da osservars 
fotografia in paragone dell’ arte del disegno e del 
che in luogo di essere ad asse massiccia come nel 
pennello, e non ultimo fra essi quello di non sapersi 
modello, puossi anche applicare di ferro vuoto di 
ottenere col suo mezzo la grandezza del vero, qua 
proporzionato spessore ; anzi, a ferro vuoto offri¬ 
lità che non puossi dispregiare in chi brami rila 
rebbe il vantaggio di riuscire più leggiera in pro¬ 
sciare di sè stesso, o ottenere di altri, la maggior 
porzione, e più facilmente si manterrebbe ritta. 
riminiscenza del vero. Provvedere a ciò non si potè 
La colorazione dei fusi che girano rapidamente 
facilmente, coll’ ingrandire le macchine fotogra 
in un coi rocchetti nell’ordire, serve mirabilmente 
siche in paragone, per le ragioni su espresse; ma 
per fare avvertita prontamente l’ orditrice di qual¬ 
non però l’ingegno umano volle, nel nostro secolo 
che filo spezzato, il che toglie che si facciano ordi¬ 
trionfatore di tante difficoltà, rinunciare diversa¬ 
menti mancanti di fili in qualche parte, quali so¬ 
mente ad impresa siffatta. Si vide che nello stesso 
gliono rimarcarsi nei tessuti a pregiudizio della loro 
modo onde sopra di una tenda tesa in una camera 
bellezza. E anche questo vantaggio ne frutta un’ al¬ 
oscura rifletteansi le piccole figure colorate su 
tro assai sensibile nella economia del tempo a fa¬ 
de’ vetri per mezzo della cosi detta lanterna ma 
vore dell’ orditrice e dell’ operaio tessitore nel ri- 
gica, poteansi avere da una piccola negativa in¬ 
mettere nell’ ordito i fili mancanti, evitando il peri¬ 
grandite sopra di una superficie maggiore le ima¬ 
colo di intricare la portata di seta nel retrocedere 
gini ivi impresse, e l’applicazione di un tal sistema 
per cercare il filo spezzato o di insudiciarlo in qual¬ 
divenne sollecitamente un fatto, coll’ esporre la carta 
siasi modo. 
fotogenica a quella guisa, modificando l’insieme di 
Non avendo potuto dare il disegno dell’Orditoio 
un tal processo secondo che il bisogno e l’ uso di¬ 
Bossi ad elice di cui ci occupiamo, per la ragione 
verso richiedea ; come si fu di uno specchio che 
che sarebbe occorso anche il disegno di tante parti 
mantenesse eguale il punto di refrazione della luce 
accessorie per le quali questo giornale non ne per 
solare e di un’ obbiettiva che ne moderasse, a se 
mette lo spazio, abbiamo dovuto attenerci allo 
conda del desiderio d’ingrandimento, il foco ottico 
stretto linguaggio tecnico ond’ essere meglio intesi 
mantenendone fedelmente le linee. Diremo più 
dagli intelligenti della partita. Ond’ è che il lettore 
tardi, cioè parlando de’ ritratti semplici e senza in¬ 
ci sarà benigno sotto questo riguardo, tanto più 
grandimento, de’ difetti comuni della fotografia ; 
che ove altro linguaggio più descrittivo si fosse adot 
ora ci basti l’osservare come i grandi ritratti, par¬ 
tato sarebbe forse stato inopportuno e prolisso a 
lando sempre di quelli ingranditi pel mezzo surri¬ 
pregiudizio della chiara intelligenza dei principii su 
ferito, non facciano altro che mostrare con maggiore 
evidenza i vari pregi di quest’arte, nonchè marcare 
maggiormente que’ difetti che la picciolezza in gran 
parte celava. Ed in vero, se riguardasi taluno di 
questi lavori che sia eseguito con tutte quelle dili¬ 
genze richieste da chi voglia fare un’ opera, per 
quanto possibilmente migliore e più forbita, ci per¬ 
suaderemo facilmente dell’eccellenza dell’arte stessa 
che ci presenta, avvegnachè priva di colore, una 
imagine quasi viva e parlante della persona ritratta. 
Non s’ offendano gli espositori fotografi se noi, 
nell’esaminare un’ arte resa ormai si comune ed in 
cui, quasi tutti fra essi, riuscirono valentissimi, ci 
facciamo per il loro vantaggio comune e per l’utile 
ed il perfezionamento dell’ arte istessa, scrupolosi 
osservatori di quelle qualità che ne formano il mag. 
gior pregio, non potendo chiamare le differenze di 
merito fra’ loro difetti; ma piuttosto imperfezioni, 
la qual cosa ridonda a comune vantaggio e nostra 
difesa. E, a mo’ d’esempio, qualità lodevole del fo¬ 
tografo rinvenire nella persona che si ritrae, un 
movimento maestoso e disinvolto si che renda arti¬ 
stico il lavoro non solo; ma non ne alteri, per ma¬ 
linteso contegno, l’aspetto onde, avvegnachè ripro 
dotti da una macchina, stenti talora a riconoscerli. 
Cosi dicesi di varie altre cognizioni ottiche e chimi¬ 
che, in cui mostrasi la valentia artistica e scentifica 
in genere anche di quest’ arte, come sarebbe la 
morbidezza delle tinte e delle ombre, la finezza del 
disegno, la durata delle tinte fotogeniche e tutti 
que’ pregi per cui le arti belle si assomigliano. 
Varii sono gli espositori di ritratti eseguiti per 
ingrandimento, ed in genere tutti buoni. Citiamo i 
nomi de’ signori Duroni, fratelli Alinari, Suscipi, 
Marzocchini e Bernoud. De’ quali diremo, a norma 
di quanto proponemmo, come tutti ci mostrino il 
difetto della fotografia ingrandita, cioè della incer 
tezza de’ contorni prodotta dalla diramazione de’ragg 
solari riflessi a traverso della negativa allontanata, 
ed una certa ineguaglianza di tinte che non sappia¬ 
mo attribuire diversamente che all’ ingrandimento 
della trama componente la pellicola del collodione 
con cui ricuopresi il cristallo negativo. La qual cosa 
chiameremmo difetto assoluto dell’ arte, se non lo 
scorgessimo quasi vinto del tutto nelle fotografie 
del signor Duroni di Milano cui non possiamo in 
tal genere negare un primato per ogni rapporto ; 
imperciocchè vediamo appunto resi coll’ ingrandi¬ 
mento più appariscenti que’ pregi, onde primeggiano 
i suoi ritratti, come mostreremo a suo luogo. Ne 
taceremo peculiarmente del suo grande ritratto 
rappresentante il nostro Re Italiano, per esser que 
sto della grandezza pressochè naturale, e dell’ in 
tera persona, e riportato sopra di un sol foglio di 
carta. Lasciamo alla pubblica ammirazione il giu 
dicare di un tal lavoro stupendo, come a quelli stess 
dell’arte il considerarne le grandi difficoltà ; a noi 
ci basta notare, come ci viene da buona fonte as 
sicurato, aver voluto in ciò il signor Alessandro Du¬ 
roni mostrarsi italianissimo per aver fatto uso di 
carta e prodotti tutti preparati in Italia. Potremmo 
dire molto del suo ritratto rappresentante l’ illustre 
Ammiraglio della marina nostra Persano, come di 
quelli di varii altri signori dai quali appare chiara¬ 
mente quanto possa correggersi dai fotograsi il co¬ 
mune difetto, dallo scorgersi nei ritratti esposti dal 
Duròni perfettamente riportata la tessitura de’ pann 
a spina onde sono rivestiti. E cosi egualmente belle 
il busto del Re d’Italia veduto di prospetto, ed è ben 
da notarsi come tali lavori non abbiano avuto bisogne 
dell’ aiuto di quel pennello cui, più o meno, hanno 
tanto dovuto pressochè tutti gli altri ricorrere. Ci 
asterremo, comunque sia, dal rimproverare ai si 
gnori fratelli Alinari il difetto in cui sono incorsi 
nel riprodurre le teste de’ Principi reali di un pro¬
	        
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