Full text: La esposizione italiana del 1861

L’ESPOSIZIONE ITALIANA DEL 1861. 
struite delle seghe circolari, le quali oltre all'im¬ 
caduto anzi tempo, di un eroe che riviverà nel figlio 
menso risparmio di tempo e di operai, danno una 
suo quando nel giorno dell’ultima riscossa muove¬ 
IL LEGATO DEL VOLONTARIO 
stupenda esattezza di lavoro quando siano ado¬ 
ranno le italiane legioni a rompere i ferri della inse 
prate con la dovuta maestria; maestria che é in¬ 
Quadro a olio di FEDerieo alellI di Napoli. 
lice Venezia, per quindi bandire ai quattro venti 
dispensabile non tanto per la buona riuscita del 
dall’alto del Campidoglio la conquistata nazionalità. 
vvive 
lavoro, quanto per eliminare i pericoli che può 
tornando all’ antico splendore quella Roma gia¬ 
incorrere una persona poco attenta o imprudente. 
cente oggi nel brago, polluta dall’osceno amplesso 
Gentile pensiero fu quello del pittore Malda¬ 
In generale però le seghe circolari si usano nelle 
di una sozza genia, che spenge nella libidine di 
relli di rappresentare co’ mezzi potenti dell’arte 
grandi officine, e più specialmente nei cantieri delle 
dominio ogni nobile sentimento di carità fraterna 
una scena che parla al cuore svegliandolo a sensi 
vie ferrate e della marina, per lavori piuttosto gros 
e di santo amore di patria. 
di pietà e di amore di patria. 
solani, appunto per la facilità che offrono di potere 
Quando l’arte si giova de’mezzi che essa pos¬ 
Egli ha raffigurato in un luogo aspro e selvag 
in una giornata apparecchiare il materiale neces¬ 
siede per incarnare nella riproduzione del vero si 
gio, intorno ad una fossa recente (sulla quale è inal 
sario a migliaja di operai che lo debbono impie- 
nobili concetti, s’inalza sublime alla dignità di 
zata una ruvida croce inghirlandata di fiori) tre 
gare; solo da qualche tempo si erano costruite delle 
sacerdozio; e l’artista che si bene ne intendeva 
persone nei cui volti tralucono gli interni affetti, 
macchine di tal genere per le piccole officine e pei 
lo scopo e compiva il nobile mandato che da quella 
i moti dell’animo. Una donna cinta di gramaglie 
lavori minuti e delicati, 
accettava, viverà nella memoria degli uomini fin¬ 
sta genuflessa dinanzi, a quella fossa ove giace la 
Il sig. Enrico Decker di Torino esponeva una 
chè la famiglia, la patria, l’arte, il buono ed il 
pià cara metà dell’esser suo; e sostenendo con la 
sega nella quale a quanto mi sembra, ha raggiunta 
bello avranno culto fra di essi. Questo per quanto 
sinistra una sciabola accenna al suo figlioletto le 
una straordinaria precisione di lavoro, ed insieme 
riguarda il concetto; nè farà mestieri dilungarsi 
umide zolle, ricordando ad esso, comé non debba 
una sufficiente semplicità di meccanismo. In que¬ 
su i meriti plastici di questo lavoro dappoichè 
rimanere inulto il sangue del padre di lui. Il fan 
Parte della Pineta di Ravenna, ove Garibaldi stette celato nel 184 9, quadro a olio di E. PEROTTI. 
sto apparecchio, di cui l’invenzione è dovuta al 
ciullo appoggiandosi al seno materno, stende la 
possiamo giudicare della composizione, del chia¬ 
signor Ingegner Federigo Faraud di Torino, sono 
mano a quell’arme, che in mano del padre ba¬ 
roscuro e del disegno dalla bella incisione che 
molto ingegnosamente disposte tre lame di sega, le 
lenò tremenda agli occhi del nemico nelle pa¬ 
ne porgiamo, maestrevolmente eseguita dal signor 
quali vengono animate da tre differenti movimenti 
trie battaglie, quasi accettando la paterna eredità 
Hertel. 
e che possono essere perciò vicendevolmente im- 
di odio contro l’oppressore d’Italia. Un amico del¬ 
Quello che dobbiamo aggiungere si è che la tela 
piegate a seconda dei lavori da eseguirsi. Una di 
era molto ben colorita e ricca di effetto, dei quali 
l’estinto che divise con quello le fatiche della 
queste lame è circolare e non differisce in niente 
pregi non difetta per certo la valorosa scuola 
guerra, e la gloria delle vittorie, contempla atteg¬ 
dalle altre di questo genere, l’altra è una sega 
napoletana, la quale ha per suo antesignano quel 
giato a profonda meditazione la patetica scena. 
continua o a nastro, la terza è verticale e ani¬ 
gaio e brillante coloritore che è Domenico Morelli. 
La semplice divisa da questi indossata, la lunga 
mata da movimento alternato; tutte e tre queste 
autore degli Iconoclasti, del Bagno pompejano, e 
barba che gli scende sul petto, ci dicono chiaro 
lame sono applicate in un sol banco di legno ben 
del Conte di Lara. 
F. S. 
avere egli appartenuto a quel pugno di animosi 
robusto e con piano mobile, e sono messe in mo¬ 
che operarono miracoli di valore cuoprendosi di non 
vimento da un solo meccanismo che è in comunica¬ 
facili allori, a Milazzo a Calatifimi e lungo le rive 
zione con una macchina a vapore per mezzo di 
del Volturno. 
SEGA A PIU LAMINE 
una cigna senza fine. Con altrettanta abilità si 
Un raggio di sole purissimo rischiara gli attori 
trova disposto sullo stesso banco un trapano, che 
della pia cerimonia, quasi avvolgendoli in una 
del signor EnRICo DECKer di Torino. 
puà dirigersi in tutti i sensi indifferentemente, e 
aureola di luce gloriosa certo presagio di non lon¬ 
che serve con maraviglioso successo a forare i pezzi 
tana vittoria. 
(Vedi numero 12). 
in ogni sorte, adempiendo alle più strane esi¬ 
Cosi per mezzo dell’arte vedesi in breve spazio 
genze dei lavori i più complicati. L’espositore ha ac¬ 
di loco svolgersi un gran poema di affetti, di desiderj 
Fino dai tempi, in cui le arti meccaniche se¬ 
compagnato la sua macchina con alcuni lavori 
edi speranze. Sulla tomba del martire generosofatta 
cero i primi passi per supplire alle esigenze delle 
in legno eseguiti con essa, che bastano a dare idea 
altare di propiziazione si piange la morte di un eroe 
industrie e ai bisogni delle nazioni, si sono co¬
	        
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