Full text: La esposizione italiana del 1861

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La macchina del signor Howe ha tuttavia poca 
somiglianza con le altre: nella sua, l’ago agiva 
orizzontalmente , invece che verticalmente come 
oggi, la stoffa era sospesa sopra un baster plate 
con delle punte voltate verso la stóffa: un cu¬ 
scinetto (pad plate) la spingeva contro il baster 
plate (specie di placca) mentre che si avanzava 
fra esse. Il primo vero miglioramento fu quello 
ehe cambiò il movimento dell’ ago d’orizzontale 
in verticale , e sostítui una placca orizzontale al 
di sotto dell’ ago sul quale riposa la stoffa, mossa 
da un sistema differente che la penetrano, al ba¬ 
ster plate. 
Questo metodo di somministrazione della stoffa 
era cattivo per ciò appunto che egli non prestava, 
alla stoffa quella libertà di movimento necessario 
a una cucitura curva. 
Dopo molte prove fatte da diverse persone, il 
signor A. B. Wilson (cittadino degli Stati Uniti) 
scuopri un mezzo nel 1850, che raggiunse questo 
scopo, e permesse alla stoffa di muoversi in tutti 
i sensi. Sarebbe troppo lungo l’enumerare tutte 
le invenzioni che sono state brevettate come mi¬ 
glioramenti di questa macchina, in sostanza però 
quella del signor Howe è il germe di tutte quelle 
che riuscirono in seguito, e fu considerata la spola 
come indispensabile al loro uso pratico. 
Nel 1849 il signor Bloodgett di Boston, inventò 
una spola rotatoria che combinata con l’ ago bu¬ 
cato in punta, segnò un nuovo progresso nella 
storia delle macchine da cucire. 
Nel 1850 il signor. Wilson che appartiene 
alla casa Wheeler e Wilson, ottenne un bre¬ 
vetto per una spola a due punte che faceva 
il punto in addietro cosi bene come quello in 
avanti. Questa macchina però non compi l’opera. 
Nell’ anno susseguente il nome del signor Singer 
si riscontra per la prima volta all’ Uffizio delle 
patenti, Seżione delle macchine da cucire. Nel¬ 
l’Agosto 1851 ottenne un brevetto per dare alla 
spola un nuovo movimento in avanti oltre quello 
che già aveva. Fino a quel momento il più serio 
difetto delle macchine da cucire era quello di non 
poter lavorare che con un certo grado di velocità, 
e bisognava aumentare la forza del filo a misura 
che si aumentava la velocità del lavoro, il che 
le rendeva inutile per i lavori fini. 
La tensione del filo era tale che quello d’una 
finezza appropriata a un lavoro un po’ fine, per 
esempjo della mossolina si rompeva quasi imme¬ 
diatamente, cosicchè le macchine non potevano 
servire che per gli oggetti di grossa cucitura. 
Dopo molti inutili sforzi, dopo molte prove 
fatte da gran numero di studiosi, lo scopo fu final¬ 
mente raggiunto nel 1851 da A. R. Wilson, che 
inventò l’ago a gancio a movimento rotatorio, che 
prende la gugliata del filo quando ella esce dalla 
stoffa e la passa intorno a un rocchetto staziona- 
nario contenente il filo. 
L’uso dell’ ago a gancio a movimento rotato¬ 
rio rese possibile la fabbricazione di macchine 
molto più leggiere, e assicurò il mezzo, lungamente 
cercato, di fare il punto diritto in modo perfetto 
e con grande prestezza, anche servendosi di filo 
finissimo per cucire stoffe molto leggiere. Questo 
miglioramento è uno dei tratti caratteristici di 
tutte le nostre macchine da cucire. 
Intanto anche altri individui cercavano il modo 
di fare il punto a catenella. Il primo brevetto per 
questo perfezionamento fu accordato in Inghilterra 
nel 1850, e dopo quello altri quattro o cinque su¬ 
rono ottenuti per diversi modi di fare colla mac¬ 
china cotesto punto, ma questo genere di lavoro 
non ebbe successo completo che nel 1851, quando 
Grover e Baker presero il loro brevetto per for¬ 
L’ESPOSIZIONE ITALIANA DEL 1864. 
mare un doppio punto, per mezzo di due aghi 
uno verticale l’ altro orizzontale. Diversi perfezio- 
namenti furono fatti a questa macchina che adesso 
è una di quelle di cui si fa fuori d’Italia più ge¬ 
nerale uso. Essa cuce le stoffe grosse e le fini. 
però fa cońsumo di molto filo, e lascia una grossa 
costura dalla parte di sotto lungo tutto l’orló cu¬ 
cito, per le quali cause non è impiegata dai sarti. 
Alcuni la preferiscono per la biancheria, dacchè 
l’elasticità di quel genere di cucitura la rende 
atta a andare in bucato senza timori di danni. 
D’allora in poi altri molti perfezionamenti sono 
stati fatti a tali macchine, alcuni dei quali d’una 
incontestabile utilità, ma dei 300 brevetti otte- 
nuti, soli 25 hanno prodotto macchine realmente 
distinte, 9 o 10 hanno ottenuto un vero successo. 
Le macchine più impiegate sono quelle inventate 
da Singer e quelle di Wheeler e Wilson. 
Il signor De Angeli di Milano fabbrica, secondo 
le richjeste, ciascuna di queste macchine con una 
perfezione veramente rara. I modelli presentati 
all’ Esposizione non lasciano nulla a desiderare 
sotto alcun rapporto. 
Il buon successo delle macchine da cucire fu 
più rapido di quello di qualunque altra inven 
zione. Nel 1853 se ne parlaya appena e in otto 
anni la vendita se n’è cosi rapidamente accre¬ 
sciuta che in America, a quest’ora, si può con¬ 
tare impiegato in quest’industria un capitale 
di 2,500,000 dollari, e un’armata di più che sei¬ 
mila operai i quali guadagnano in capo all’ anno 
meglio che un milione di dollari!... Non ci pajono 
queste cifre da disprezzarsi, nè resultati degni di 
esser trascurati da chi cerca in Italia il modo di 
aumentare il lavoro per le classi povere e special¬ 
mente per le donne, la cui condizione è fra noi, 
quanto al lavoro, cosi meschina e disgraziata. 
Il diritto pagato al signor Howe, come primo 
inventore era nel 53 di 13 dollari ogni macchina 
venduta. Oggi è solo di 3 dollari. Eppure egli ri 
scosse nel 53 il tributo di 2509 macchine ven¬ 
dute, nel 54 di 4469; nel 55 di 5313, nel 56 di 
7723; nel 57 di 12,713, nel 58 di 18,589 e nel 59 
di 47,642 macchine. Cifra enorme che porta in 
totale al signor Howe una rendita, di 143,000, 
dollari almeno !!!... 
Ecco la tavola comparativa del tempo impiegato 
dalle macchine e dalle operaie per un dato lavorò: 
l'operaja in 
la macchina cuce in 
14 ore 26 m. 
1 ora 16 m. 
Camicia da uomo 
16 » 35 » 
2 » 38 » 
Paletot 
19 » 
1 » 
14 » 
Panciotto 
5 » 10 » 
51 
0 » 
Pantaloni 
10 » 
13 » 
Abitó di seta da donna 1 
04 » 
8 » 
» di mérinos 
6 » 
37 » 
0 » 57 » 
» d’indiana 
» ») 
». 
0 » 09 » 
Grembiule 
Le cuciture in diritto, orli, impunture ec., si fanno 
dalla macchina a ragione di un metro il minuto, 
e molto meglio che colla mano. 
Economia di tempo, perfezione di lavoro, e au¬ 
mento di salute e di ben essere per le cucitrici 
sono le tre migliori raccomandazioni che si pos¬ 
sano fare a queste macchine. 
Al contrario di quello che’si potrebbe credere 
a prima giunta, le cucitrici hanno veduto in ge 
nerale la loro sorte migliorata da questa inven¬ 
zione. Moltissime ragazze che hanno fatto acquisto 
della macchina, hanno trovato in fondo che la 
loro giornata era molto meglio pagata e molto 
meno faticosa. Molte che non guadagnavano col¬ 
l’ago neanche una diecina di franchi per setti¬ 
mana, ne hanno guadagnati da 15 a 50 colla 
macchina, lavorando un terzo meno di tempo 
DoTT. S. T.... 
ogni giorno. 
V 
IL PARADISO DI FRATE ANGELICO 
QUADRO A OLIO COPIATO 
dal signor ANTONIO SAssO di Firenze. 
Un nostro egregio collaboratore ed amico, Fran¬ 
cesco Manfredini, a cui volgiamo di qui un cor¬ 
diale saluto e a cui auguriamo benigne le aure 
di Modena nativa, lo diceva or non ha molto su 
queste pagine, quando dettava la sua dotta ed 
assennata Rivista delle sale di pittura della no¬ 
stra esposizione. E passato il tempo in cui gli ar¬ 
tisti potevano quasi divinamente rappresentare 
oggetti divini, la pittura religiosa si è velata cruc¬ 
ciosa la faccia, si è seduta con piglio sdegnato sui 
gradini dell’ altare, e di li guarda con minaccioso 
occhio i moderni pittori che senza chiudere in 
cuore incendio divampante di fede, si attentano a 
consegnare alla tela le fredde inspirazioni che nel 
cervello dell’ artista non fece nascere uno irrefre- 
nabile slancio di amoré e di devozione, ma la 
fredda e usuraria ordinazione di un curato che 
forse cercava con assidui sforzi la maniera di far 
poi piangere o sudare l’immagine ordinata a be¬ 
nefizio della cantina. — Oggi i pittori accarezzano 
col sapiente pennello piuttosto le morbide carni e 
i dorati capelli delle martiri dell’ odierno costume 
che le ruvide lane, ę le chiome incolte delle ver¬ 
gini antiche, e dalle tele lodate parlano gli occhi 
procaci di Leda, o di Danae, e anco meno, piut- 
tosto che le dimesse e piangenti pupille della Mad¬ 
dalena. 
Ond’è che spesso cui talenti appendere alle 
pareti della camera l’effigie d’ un santo protettore, 
si affida per questo all’opera de’ copiatori, de’quali 
avvi in Firenze numero grande, e alcuni in esso 
havvene lodatissimi, affinchè dalle tavole de’ ce- 
lebri antichi maestri traggano fedelmente le mira¬ 
bili -figure di santi che i devoti artisti dipinsero. 
Uno fra i copiatori che meglio diede prove 
della sua valentia è il signor Antonio Sasso di 
Firenze, che espose alla pubblica mostra italiana 
una bella copia della Madonna del Cardellino di 
Raffaello, e un’ altra del paradiso con l’incorona¬ 
zione della Vergine di frate Angelico da Fiesole. 
- Ambedue furono lavori, nel, lor genere, molto 
lodati, e per essi ottenne il Sasso la distinzione 
della Madaglia. — Dell’ ultimo di questi che era 
anco fatto più elegante da una ricca cornice sul 
gusto dell’ epoca, noi diamo a’ nostri lettori il di- 
segno nella prima pagina di questo giornale. 
CRONACA SCIENTIFICA E INDUSTRIALE 
DELL’ESPOSIZIONE ITALIANA. 
IV. Condotti di piombo per la distribuzione delle 
acque. — L’uso dei condotti di piombo per il corso e 
distribuzione delle acque è comune in quelle città 
nelle quali l’acqua proviene di lontano, non aven¬ 
done del suo da pozzi o cisterne, ovvero cosi con 
venendo per la cattiva qualità delle sorgenti sot- 
terranee che ne fornirebbero i pozzi. Ma il piombo 
non è metállo innocuo : ed è noto comunemente 
come esso, in contatto duplice dell’ aria e del 
l’acqua, si ossidi e ingeneri un composto, il quale 
si discioglie e rende l’acqua, per l’uso continuato, 
piuttosto nociva che no alla salute. Egli è vero 
che un’ acqua la quale contenga solfati in solu¬ 
zione fa ostacolo all’effetto che mentovammo, e 
può dirsi caso raro quello in cui un’acqua pota¬ 
bile ne sia priva ; nondimeno, perchè può succe
	        
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