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TERZO DORMITORIO.
31° Cella — B. GIOV. ANGELICO. — Qui àbitò S. ANTONINO Ar¬
civescovo di Firenze (1).
La Discesa al Limbo. Sul limitare di oscurissimo
speco vedesi il Redentore col vessillo trionfale nella si¬
nistra che atterrate le porte infernali, sotto cui rimane
schiacciato Lucifero, entra porgendo la destra al primo
dei Padri che gli muove incontro, manifestando negli atti
di tutta la persona l’ansia della lunga aspettazione. Dietro
a lui è la turba ancor essa ansiosa delle anime raccolte.
In questo affresco il nostro artefice elevandosi all’al¬
tezza del subietto, e coll’ uso di pochi e semplici mezzi, ha
raggiunto nella sua opera un sentimento che tocca al
sublime, e che è molto superiore all’ arte de’ suoi tempi
Nella parete destra è appeso l’albero della famiglia
Pierozzi, dalla quale trasse i natali S. Antonino.
Succede a questo una vetrina con entro due grossi
(1) Nacque S. Antonino in Firenze l’anno 1389 dal notaro
Ser Niccola Pierozzi.
Nel 1402 vesti l’abito Domenicano nel Convento di S. Dome¬
nico di Fiesole. In seguito percorse tutte le cariche del suo
ordine, venne considerato sempre uno dei più distinti teologi del
suo tempo, e scrisse molte opere religiose e morali. Ebbe facile
ingegno, per mezzo del quale, come narrano i suoi biografi, ap¬
prese senza maestro quanto sapeva, se si eccettuano i primi ru¬
dimenti della Grammatica, e qualche parte della Dialettica.
Sempre intento alle opere di beneficenza, creò in Firenze il
Pio Istituto dei Buonomini, che poi dal luogo del convegno fu
detto di S. Martino, per il soccorso dei poveri vergognosi, eleg-
gendo a questo pietoso ministero dodici dei più provati cittadini,
ai quali attribui la facoltà di nominare i successori allora quando
venisse a mancare alcuno di essi. Ottenuto che ebbe il loro con¬
sentimento, ne dettò le leggi con le quali doveva reggersi questa
nuova istituzione, e dalle quali è retta tuttora.
Cosimo il vecchio de' Medici aveva di lui tanta stima, che
volle fabbricarsi un piccolo quartiere nel Convento di S. Marco
per goder più dappresso della sua dolce compagnia.
Nei primi dell anno 1446 papa Eugenio IV voleva inalzare
alla dignità dell’Arcivescovato Fiorentino il B. Giov. Angelico,
che allora lavorava alla Cappella Vaticana ; ma questi ricusan¬
dosi per la sua umiltà di accettare un tanto onore, propose al
Pontefice il suo confratello di religione Antonino, che veune di¬
fatti eletto a reggere la chiesa di Firenze. La Repubblica Fio¬
rentina lo inviava a Roma ambasciatore a Calisto III nel 1455, e
nel 1458 a Pio II.
Sull’albeggiare del 2 maggio 1459 mori, e fu sepolto nella
sua Chiesa di S. Marco ; quindi canonizzato col titolo di dottore
da papa Clemente VII, nell’ anno 1523.