TERZO CORRIDORE
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229. Melpomene, o piuttosto Clio, statua scolpita da
Atticiano, mediocre scultore greco del 3° o 4° secolo, come
è scritto nella base. Sono di restauro la testa, il braccio
sinistro, la mano destra e porzione della lira.
230. Corazza antica o trofeo militare in marmo di
foggia romana. I Greci per non dar luogo a dissenzioni
fra i popoli, non permettevano simili trofei nè in pietra
nè in marmo, ma di materie fragili.. — (Venuta da Roma
nel 1788).
231. Traiano Decio, morto l’anno di G. C. 249.
busto rarissimo; si scorge nella sua fisonomia qualche
indizio della sua bravura ed affabilità, che lo resero caro
al popolo ed ai soldati. Regnò 2 anni con suo figlio Etru-
sco, o Erennio.
232. Solonina, moglie di Gallieno. Essa onorò il
trono dei Cesari, portandovi tutte le virtù del suo sesso.
233. Probo, famoso per la sua rettitudine, e per le
sue vittorie. Avrebbe forse ristabilito l’impero che stava
per cadere in rovina, se non fosse stato ucciso in una
sedizione militare.
234. Gallieno, altro busto.
235. Carino, figlio di Caro e di Magna Urbica. Egli
meritò l’esecrazione pubblica per le scelleratezze com-
messe nelle Gallie. Fu ucciso da un Tribuno dopo un
regno di due anni.
236. Altare dedicato ai Lari di Augusto. Da un lato
sono due figure coronate col corno potorio e una patera:
dall’altra vi è un secchio, e in faccia sono tre figure ed
un pollo che becca: esse tutte hanno un gran velo sulla
testa: quella di mezzo tiene nella sua destra un Lito (ba¬
stone augurale), alla sua sinistra una donna ha da una
mano una patera e dall’altra dei frutti in un vaso. L’iscri-
zione fa conoscere che questo altare fu dedicato l’anno
tredicesimo d’Augusto. L’altra parte dell’altare presenta
una Vittoria alata presso un trofeo. Nel lato posteriore
è una bella corona di quercia fra due ulivi, un preferi¬
culo ed altra patera.
237. Quintilio. Egli possedeva tutte le buone qualità
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