capi d’opera delle Arti belle, non guardò a spesa
per farne acquisto. A lui si deve la rinomatissima
Collezione dei ritratti dei pittori, a lui la statua del¬
l'Ermafrodito, la testa di Cicerone, la Chimera e
l’Idolo in bronzo. Ai tanti capolavori coi quali Fer¬
dinando II ad insinuazione del fratello Cardinale Leo¬
poldo volle arricchire i suoi palazzi, dobbiamo ag-
giungere la immensa raccolta di eccellenti quadri,
che per l’estinzione della famiglia della Rovere pas¬
sarono alla Medicea, e fra i quali è da notorsi la
famosa Venere del Tiziano.
Cosimo III succedette a Ferdinando. Egli fece
trasportare nella Galleria gran parte degli oggetti
ereditati dalla Famiglia della Rovere, e ordinò che
vi fossero collocate le innumerevoli ricchezze arti¬
stiche già appartenenti al cardinale Leopoldo, e da
esso conservate nel palazzo Pitti. Finalmente in detta
Galleria fece pervenire da Roma varie statue anti¬
che, fra le quali la famosa Venere detta dei Medici
ed altre molte e preziose curiosità.
Giovan Gastone figlio di Cosimo III fu il setti¬
mo ed ultimo Granduca Mediceo. A lui superstite
la Principessa Anna Maria, figlia essa pure di Cosimo,
rimasta vedova dell’Elettore Palatino fece ritorno in
Firenze nel 1717 seco portando molti preziosi og-
getti, fra i quali vari quadri di scuola fiamminga.
Questa Principessa sopravvisse circa sei anni al
fratello, e fu l’ unica erede di tutte le ricchezze che
i suoi antenati avevano raccolte. Con suo testamento
del 5 aprile 1739, dispose che tutte le pitture, sta¬
tue, busti, medaglie, ed altre singolari rarità ritro¬
vate nella eredità della famiglia già regnante, uni¬
tamente a tutte le gioie delle quali aveva fatto com¬
pilare l’inventario, dovessero in perpetuo conser-
varsi nella città di Firenze e chiamarsi dello Stato
a forma della convenzione fatta con S. A. R. in
Vienna li 31 ottobre 1737.
Per la morte della principessa Anna Maria estin¬
tasi la famiglia Medicea successe al Granducato di
Toscana la Dinastia Lotaringo-Austriaca e France¬