Full text: Volume (1,1)

MRAR 
MAA 
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QUADRI DI STORIA 
di non poter con semplici segni sul rame 
giungere a tanto di rendere almeno un’om¬ 
bra di quella soavità di pennello, di quella 
flessibilità e trasparenza di carni per cui 
sembra vedere scorrere il sangue sotto la 
cute, e di quell’inarrivabile artifizio per cui 
in mezzo a delicati e candidissimi pannilini 
vedesi collocato il più bianco e delicato cor- 
po che formar possa natura, in modo che 
ne risulta un’accordo e un rilievo insieme 
difficile ad immaginarsi, non che ad ese¬ 
guirsi da altri. 
La nudità di questa figura, e la mollezza 
della espressione e dell’ atteggiamento ; se 
non piuttosto la straordinaria bellezza, le 
han fatto attribuire il nome di » Venere », 
benchè non abbia attorno verun di quegli 
attributi, tranne le rose nella destra mano, 
coi quali sogliono i poeti e i pittori carat¬ 
terizzare tal divinità. Che anzi il cagnolino 
accovacciato sul letto di lei, le due ancelle 
che le preparan le vesti, e i tratti della sua 
fisonomia la manifestano per un ritratto di 
una Donna, amata forse dal Duca di Urbi¬ 
no, per cui la dipinse Tiziano (2) allorchè 
(2) Convien credere che il Ridolfi, nel citar che fe¬
	        
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