MRAR
MAA
59
QUADRI DI STORIA
di non poter con semplici segni sul rame
giungere a tanto di rendere almeno un’om¬
bra di quella soavità di pennello, di quella
flessibilità e trasparenza di carni per cui
sembra vedere scorrere il sangue sotto la
cute, e di quell’inarrivabile artifizio per cui
in mezzo a delicati e candidissimi pannilini
vedesi collocato il più bianco e delicato cor-
po che formar possa natura, in modo che
ne risulta un’accordo e un rilievo insieme
difficile ad immaginarsi, non che ad ese¬
guirsi da altri.
La nudità di questa figura, e la mollezza
della espressione e dell’ atteggiamento ; se
non piuttosto la straordinaria bellezza, le
han fatto attribuire il nome di » Venere »,
benchè non abbia attorno verun di quegli
attributi, tranne le rose nella destra mano,
coi quali sogliono i poeti e i pittori carat¬
terizzare tal divinità. Che anzi il cagnolino
accovacciato sul letto di lei, le due ancelle
che le preparan le vesti, e i tratti della sua
fisonomia la manifestano per un ritratto di
una Donna, amata forse dal Duca di Urbi¬
no, per cui la dipinse Tiziano (2) allorchè
(2) Convien credere che il Ridolfi, nel citar che fe¬