Full text: Volume (3,1)

RITRATTI DE' PITTORI 
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che il facea in tutto procedere per principi 
scentifici dedotti dalla filosofia ch’egli pos¬ 
sedeva in ogni sua parte: di che tutti ne han 
prova nel suo Trattato della Pittura, il qua¬ 
le sebben lungi assai dalla perfezione, con 
cui nacque nella mente di Lionardo, pri¬ 
meggia però sempre fra tanti libri tecnici di 
poi pubblicati. Simile egli perciò a chi stia 
sulla cima d’un’alta collina, il cui occhio 
spazia in immenso orizzonte fingeasi in men¬ 
te tal perfezione, la quale aggiugner non 
poteva la mano. Ma ancor Tullio conobbe 
che tale nella pratica ottener non potea l’O¬ 
ratore, quale nel grande intelletto suo vede 
va dover lui essere; onde dopo aver detto 
che indegno era di tal nome chi non fosse 
d’ogni dottrina informato , si ristringe a 
concedere ch’ei possa all'uopo chiedere ad 
altri istruzione su ciò che ignora, e solo esi¬ 
ge che poscia ei ne parli più ornatamente 
che non farebbe chi dettogli i precetti. In 
tal guisa dovea il Vinci aspirare all'ottimo, 
e sol contentarsi del buono. Cosi avrebbe 
assai più operato, e l’arte avrebbe certo da 
lui ottenuti ulteriori progressi. 
Ma del suo poco dipingere e della lentezza
	        
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