RITRATTI DE PITTORI
maravigliosa concordia, mutuamente aman¬
dosi e preferendosi a vicenda (2); ciò che
era, dice il Ch. Lanzi (3) modestia in Gio¬
vanni, verità in Gentile. Imbattutosi que¬
gli a nascere in un’epoca, in cui la pittu¬
ra era quasi ancor nelle fasce, ridusse egli
col proprio ingegno lo stile secco ad un più
squisito e soave, e diè ai suoi dipinti bellez¬
za, grazia, espressione; pregi di cui nella
scuola veneta ei dee dirsi il padre. Queste
massime ch’egli a sè propose fino dal comin¬
ciamento della sua gloriosa carriera, mai
non le abbandonò; anzi le guidò sempre a
maggiore avanzamento. Ne fan prova molte
sue pitture con data, nelle quali si scorge
un ingegno che più cammina più acquista
di robustezza.
Fu gloria del Bellini l’aver per discepoli
Giorgione e Tiziano; anzi il primo gli diè
campo ad un tratto che molto l’onora. Sde¬
gnando egli la minutezza del maestro, sosti¬
tui ad essa quella libertà di pennello, che
distingue specialmente i grandi artisti. Non
(2) Tacit. vit. Agric. §. VI.
(3) Stor. pit. t. 3. p. 38.