154 RITRATTI DE PITTORI
nuovo discepolo, diè al mondo una prova
di mal talento, è vero, ma d’altronde con-
tribui a dimostrare che la Natura conduce
gli ingegni a quella meta cui li dirige, an¬
che senza la cooperazione d’altrui. Non
molti grorni dopo che il Tintoretto era ve¬
nuto alla scuola di Tiziano, tornando que¬
sti a casa, ed entrato nella stanza degli sco¬
lari, vide spuntare a’ piè d’una banca alcune
carte, nelle quali scorgendovi certe figure di¬
segnate, ne ricercò chi fatte le avesse. Ma
Jacopo, che n’era l’autore, dubitando d'a¬
verle errate, timidamente rispose che erano
di sua mano. Presagendo Tiziano da quei
principj, che costui potesse divenir valen¬
tuomo e apportargli alcuna molestia nell'ar¬
te, impaziente, salite appena le scale e po¬
sato il mantello, mandò subito a licenziar¬
lo; e cosi senza saper la ragione, il Tintoret¬
to rimase privo di maestro. Esempio vera¬
mente inumano, ed opposto al contegno di
Michelangiolo verso del giovinetto Baroc¬
cio! Indispettito il giovane, ma non avvili¬
to, concepi l’ardito pensiero di nobil ven¬
detta, cioè di perfezionare la scuola tiziane
sca, e di aggiungerle ciò che le mancava.