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Tav. III. BB.). Essi residui di antichissime Mu-
ra, costrutte a secco di smisurati pietroni, con¬
gegnati maestrevolmente, e stabilmente fra di
loro, senza calcina, o cemento d'alcuna sorta,
appunto quelle di Fiesole, di Volterra, di Po-
pulonia, di Saturnia, di Roselle &c. furono os¬
servati l'A. 1442. , e descritti da Ciriaco Anco-
nitano, in una sua Lettera Odeporica, fra quel¬
le fatte pubblicate in Pesero, l'A. 1763. da
Monsignor Pompeo Campagnoni Vescovo d'Osi-
mo e Cingoli, illustrate con utilissime Anno-
tazioni dell' Eruditiis. Sig. Annibale degli Abbati
Olivieri. Ivi Ciriaco dice : Ad XII. Kal. Octobr.
venimus Lunam vetustissimam Ligusticae Regio¬
nis Urbem, ubi primum deserta longinqua ve¬
tustate Moenia vidimus, & Amphitheatrum ma¬
ximum, sed undique solo antiquitate collapsum;
vidimus & columnas ex Marmore confractas,
statuarumque fragmenta, bases, & Epigramata
quae hac in parte utique describenda curavi-
mus. At & cum diligentius ab occidua tantae
Civitatis parte, confracta, ingentiaque olim
Moenia conspexissem, Marmoreis, magnisque e¬
dita lapidibus juisse comperimus. Nam 8. pas¬
suum longitudinis, latitudinis vero quatuor non¬
nullos mensuravimus lapides, e ne da una roz-
za figura.
Vedesi (dice il Rossi) nel secondo recinto l'
avanzo d’una gran Torre (v. Tav. II. III. e
VIII. P.) forse non tanto antica, nella quale
mentre la Città non era tanto disfatta, erano
attaccati dalla parte del Mare, ove ormeggia-
vano i navigli, certi grossi anelli di Ferro e di
Bronzo, che poi dagl' Uomini de' vicini Castelli
Da
sono stati portati via.