DI ALPERI FRUTTIFERI. 365
lo più si porta a vendere anche dallo Stato di
Massa, dal Genovesato, e da Feudi Imperiali cir-
convicini, per farne buon traffico colla Lombar¬
dia. Nel Pontremolese gli Ulivi si coltivano a
bosco, in pendici di terreno grasso e assolativo,
ed il migliore è quello dove si trovano certi
scogli, detti nel Paese Chiastre, o Grotte spiavu¬
tare, o Sassi della Luna, perchè scoperti si sbri¬
ciolano, e se ne vanno in pezzetti minuti, quali
abbondano anche nel Fiorentino (e sono detti
Sasso matto, o Bardellone); ed è stato osservato,
che dove si trovano dette Pietre, vi è un ot-
timo terreno. Se per altro delle medesime se ne
formino muraglie a secco, non hanno più di
quattro o cinque Anni di durata (come ho pro¬
vato io nel mio Podere di Querceto, vicino a
Firenze) ma se si murano a Calcina, e s' into-
nacano, bastano molto. Gli Strettoj, o Torchi,
per spremere l'Olio nel Pontremolese, sono fatti
di groſsa Trave, che s’alza, e s' abbassa colla
Vite, alla quile resta attaccato un grosso con-
trappeso di Macigno, e con tale Istrumento si
spreme anche il Vino dalle Vinacce, e l'Aceto;
e tali Torchi sono stati introdotti anche da' Ge-
novesi nella Valle di Vara. Negli Statuti di Pon-
tremoli Lib. 3. Rubr. 104. si dispone, che qui
Gleum, vel Caseum vendiderit in Pontremulo, vel
Districtu, non vendat maiori pretio quam emerit
ultra unum Imperialem Libram Olei, & pensum
Casei ultra quatuor Imperiales, nec ultra dictam
quantitatem lucrari debeat, nec aliter, vel alia
mensura vendat, quam a Suprastantibus mensuram
accipiet; e nella Rubr. 148. Oleum quod vende-
tur de caetero in Burgo Pontremuli, & Districta,
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