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PIANURA
le il rimediarvi, anzi tale rimedio è del tutto im-
possibile. La cagione perchè Arno occupa tanto pae-
se di questo Piano, è doppia: una è che calando da
Monti, ha molto più caduta fino che egli arrivi nel
Piano di Firenze, che egli non ha per detto Piano;
però correndo più adagto, più mette la bocca di so-
pra, che di sotto non cava: però in mentre che la
bocca di sotto cavi, mettendo la bocca di sopra
gagliardo, è necessario che tale acqua allaghi la
Pianura, et si sparga per essa; et questa è una
cagione. L' altra cagione è comune a tutte l'ac-
que di questo Ptavo, & è che quando vi fussi la
caduta equale di sotto come di sopra, la quale non
vi è, nondimeno la Golfolina, per la sua strettez-
za, non può cavare quanto a un tratto qualche vol-
ta Arno, Bisentio, & l' Ombrone mettono, che
quando si accordano insieme a mettere acque grandi,
è necessario che tutta la Pianura si allaghi, come
si ve de spesso; al quale disordine non si può provve-
dere in modo alcuno, et bisogna fare in questi ca-
si, come li Medici quando hanno uno Corpo male di¬
sposto, et che non e capace d' intera sanità, i quali
non cercano ridurlo alla vera sanità, ma pare loro
giovare assai a quello tale, se li alleggeriscono la
sua indisposizione; cosi in questo caso non essendo ca-
pace il Piano di Firenze di sicura liberatione da
queste Inondationi, bisogna cercare di giovarli qual-
cosa, & alleggerirli la sua indispositione; & questo
nun si può fare con alcuno altro rimedio, se non
con il fare che l'acque corrino adagio alla bocca d'
Arno, et di Bisentio, la quale Bocca di Bisentio,
per
(1) V. la mia Disamina d'alcuni Progetti fatti nel Seco-
lo XVI. per salvar Firenze dalle Inondazioni dell'Ar-
no p. 60. V. anche quanto notai nel T. I. a c. 42.