FIETRE E TERRE DI MONSUMMANO. I0
eato un altro Castello, detto Monsummano basso
A Monsummano si cava un certo Marmo rosso,
della natura però dell’ Alberese, o Pietra da Cal-
cina, non già di Marmo, e piglia buon pulimen¬
to. Di esso cosi ragio a F. Agostino del Riccio, al
cap. 89. del suo Trattato MS delle Pietre. I Mar-
mi rossi con vene bianche, si cavano di gran saldez¬
za a Monzomano di Valdinievole: sono Marmi simi¬
li a quelli di S. Giusto a Monte Rantoli. Di que¬
sto secondo Marmo rosso dice, al cap. 74. Utilis¬
sima cava è stata questa di S. Giusto a Monte
Rantoli, ma tiene, e si distende per molti Monti
circonvicini, utile alla Città di Firenze, poichè
con essi Marmi ha adornato il suo suntuoso Cam¬
panile, cosi il Duomo, e insieme adornato tutte le
Chiese della Città, e in particolare la facciata di
S. Maria Novella. Questo Marmo rosso ha in se
qualche vena bianca, e se ne cavano gran saldez-
ze, come fa fede la gran Porta che fece cavare
il Granduca Cosimo, che è nel Cortile di Palazzo
Vecchio, dove oggi sta la Guardia degli Svizzeri.
Il color di questo Marmo è rosso buio, e fa alcu¬
ne vene bianche: piglia pulimento e lustro con fa-
tica. Il Micheli ha notato in certe sue Schede,
che del Rosso di Monsummano ne è un fregio nella
Sagrestia S. Maria Novella; delle lastre nel Pavi-
mento di S. Maria del Fiore; e la Lapida della
Sepoltura de' Bettini in S. Michele de Visdomini:
Nomina anche una Breccia di Monsummano; e
altresi un Travertino di Monsummano. Nel Librò
di Provvisioni, e Stanziamenti degli Operai di S.
Reparata (o sia del Duomo di Firenze) per mesi
sei, princ. la primo di Luglio 1389. si legge: Mar¬
mo rosso si conduce da monte Summano di Valdi¬
nievole per la fabbrica di S. Reparata. Nel Li¬
bro