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D'ELCI.
del Castelletto, e andai quasi un miglio su per
il Fiume contr’acqua, fino sopra un Mulino det-
to le Galleraiè, per osservare un' Acqua Termale
A mano destra, nelle radici de' Monti di Gerfalco
osservai molti grossi, ed interrotti filoni di Spugno¬
ne, o sia Tartaro spugnoso , simile al Traverti-
no, ma non tanto duro, il quale se fosse vicino
a qualche grossa Città, potrebbe utilmente im-
piegarsi per la costruzione di Volte alla Volterra-
na, leggière, e stabili. Nella parte opposta sono
le radici del Monte di Travalle, formate ancor
esse d'Alberese, ma non tanto ripide
Descrizione del Bagno delle Galleraie.
IN un risalto di esse spogliato dalla deposizione
adelle Colline, rasente al Fiume scaturisce una
grossa polla d’acqua Sulfurea calda, simile nel
fetore all' Acqua puzzolente di Livorno descr. a c.
427. del T. II. e che si fa sentire anche da lon-
tano, chiamata comunemente il Bagno delle Gal-
leraie. Alla sorgente era stata fabbricata moder-
namente una vaschetta profonda un braccio, do-
ve possono stare sei persone, ed era coperta con
una Capanna di scope. Il fetore si sentiva più
fuori della Capanna che dentro, ed è quello stes-
so che si sente attorno tutte l'Acque Sulfuree si
calde, che fredde. Il calore dell' Acqua è albic-
cio, per cagione di certi sottili veli di Bitume
bianco, che forma nella superficie, e nelle pareti
del Bagno; poichè l'acqua presa in un bicchiere
è limpidissima. Assaggiata non ha sapore d’alcuna
sorte, neppure un leggerissimo acido, come han-
no molte acque simili; solo ha un tantino di fe-
tore
(1) V. Aldrovandi Mus. Metall. p. 703. e 705.