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Medici, aggiunge, che venduta pur fu: Et quod in-
vidiam plurimum angere poterat, illa, tam grandi pe-
cunia, tot tantisque doctorum virorum peregrinationibus,
atque laboribus quaesita Latinorum, & Graccorum vo-
luminum supellex celeberrimae Bibliothecas. Hanc Cosmus
instituerat, auxerat Petrus, & Laurentius postremo to-
ta pene Graecia rarissimis libris spoliata &c. condiderat.
Soli volumi Latini, e Greci si rammenta adunque es-
sere ſtati nella Libreria Medicea; perchè in fatti di
questi soli si facea in quel secolo stima, e raccolta :
come ricavar si può dal leggere la Lettera scritta
dal Cardinal Bessarione al Doge Cristoforo Moro, e al
Senato Veneto; allorchè nel 1469. donò la sua Biblioteca
alla Repubblica, ed è riportata da Girolamo Ruscelli nella
sua Raccolta delle Lettere a' Principi. E dall' indice si
può riscontrare, che di quella ci dette il Sig. Lami
nel Tomo IX. delle Delicie, esservi un solo Codice
delle Pistole di San Paolo Greco Latino Ebraico. Per
nulla dire d'altto Catalogo d' incerta Libreria, da
toci nel Tom. XIV. A Cosimo I. adunque si deve
c a Ferdinando I. posteriormente, se la Libreria Lau-
renziana apparve, allor che s' apri, degna di quel
Sovrano, che la dedicava: fornita, cioe di Codici
Orientali ancora, Provenzali, Francesi, e Italiani.
E per ciò fare anco i Monaci di Settimo dovettero
non offerite; ma cedere al Sovrano i loro Codici,
quali, se non fosse stato un tale impegno, avrebbe-
10 ben conservati: come conservate hanno le loro
carte nel loro famoso Archivio. Mi permetta il Let-
tore, che seguitando questa non per altro staccata di-
gressione dal filo della mia descrizione, anco dell' Ar-
chivio di Settimo io ragioni; dopo avere detto alcun-
chè della Biblioteca, che ne' passati secoli non era dall'
Archivio disgiunta. Fu questo Archivio pure trasferito a
Cestel Vecchio (cosi crede un dotto Monaco Cistercien-
se, vivente anonimo) allorche nel 31. Marzo 1539.
Paolo III. esimè dalla residenza nel Monastero di Set-
timo l'Abate, e i Monaci, a cagione della Guerra nel
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