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della Famiglia de i Cerchi. Altro finalmente argomen-
to denotante i Biliotti essere stati i Fondatori, sono
le Armi loro di una Volpe, che in pietra stanno af-
fisse alle muraglie sulla strada. Quanto poi in santi-
tà fiorissero per più d'un secolo queste Agostiniane, ol-
tre la sopraccennata gloriosa morte di Mona Scotta
ricorderò Suor Batista del Pecchia nella Storia di Can-
deli da me nominata, la quale per la fama di Santa
su eletta Badessa di quel nobil Monastero, dove fu
trasferita nel 1430. per contratto Capitolare, che ro-
gò Ser Filippo di Bernardo Mazzei da Castelfranco.
III. Essendosi però diminuito il numero di cosi
pie Monache per le replicate pestilenze; e circa al
1450. ridottesi a tre, o quattro, i Biliotti, a’ quali
premeva la conservazione del loro Monastero, solle-
citi cercavano altre divote Donne, cui consegnarlo.
Ne tardò a presentarsi loro bellissima occasione, che
qui appresso diremo. Una Gentildonna Fiorentina per
nome Marietta del Cavalier Maso degli Albizzi erasi
ritirata nel Monastero di S. Girolamo sulla Costa, quan-
do l' anno del Giubbileo 1450. spinta sulla divozione
alle Indulgenze specialissime dell' Anno Santo, accom-
pagnata da Luca suo fratello, e da Giovanni figlio
di Cosimo Padre della Patria, andò a Roma, dove
acceſa da ſtraordinaria vocazione di consacrarsi a Dio
in vita claustrale, gettossi a' piedi di Papa Niccolò V.
chiedendogli licenza di fondare in Firenze un Con-
vento sotto la stretta osservanza della Regola di San-
ta Chiara d'Assisi, che ottenne con Bolla di detto Pon-
téfice, che incomincia: Pia Deo, & Ecclesiae deside-
ria, data in Roma 4. Kal. Octobris an. V. Pontif. e
diretta a Messer Antonio da Empoli Canonico Fioren-
tino. La copia di tale Bolla la darò sul fine di det-
ta Lezione. So che il motivo del viaggio di questa,
Donna altrimenti è narrato dalla Cronica d’Ognissan-
ti: vale a dire che fosse la necessità di essere assoluta
di un omicidio da essa commesso per difesa del suo
proprio onore. Ma io non mi posso indurre a cre-
derlo;