„Giovanni di Francesco di Giovannino Doffi.
Currado di Berardo di Buonaccorso Berardi,
Cante di Giovanni Compagni,
Filippo di Francesco Calandri,
„ Michele di lacopo Cittadini Corazzaio, e
Gon¬
" Mess. Bartolommeo di Giovanni Orlandini,
„faloniere di Giustizia, e
Ser Piero Buonaccorsi nostro Notaio.
Facemo a noſtro tempo molte Provvisioni, ec.
„Ancora avendo noi di prima inteso degl' infiniti
excessi, e gravi pregiudici contro l'onore, et l’u-
„tile del Comune, che molte volte aveva fatto Bal-
„daccio d'Anghiari, e maxime quello, che di pros-
"simo aveva fatto, d' alloggiare con la sua compagnia
„ di Cavalli, e Fanti in sulle parti di Lucca, ami-
"cissimi nostri, et con cattiva intenzione, della quale
"coſa fra noi, et i Lucchesi già era nato. rancore
„assai, et come di quindi era ito, per furare e pi-
gliarsi Piombino, e di su quelli terreni menatone
„grande preda in sul noſtro. Ancora come sanza no-
ſtra ſaputa s' era insignorito del Castello, del Borgo
alla Collina, il quale era nostro, et per lo simile,
del Castello di Raco, et di quello di Sorci, tutti
vicini Arezzo, e che tutto faceva con cattiva in-
„tenzione, vedendo di fare il fatto di torci Arezzo;
"Ultimamente come alla Piazza, et a Canti si spar-
„lava controgli, et che si vorrebbe punirlo ec. Veg-
„gendo che lui niente apprezzava questo Papolo, et
parevagli di avere a potergli fare ogni cosa, aven-
do nel principio del nostro Uficio ragionatone il
Gonfaloniere, et Currado Berardi, et io, et dipoi
„venendo lui in Firenze, e veggendolo in Piazza a
di 4. di Sertembre, di nuovo ne riparlammo insie-
„me, et deliberammo intendere il volere de' Compa-
gni: e cosi dopo moltii accenni, martedi sera a di
„5. detto, essendo dopo cena nell' udientia tutti, ex-
„cepto Cante, sotto coperte parole ciascheduno a vo-
„ce consenti di fare qualunque cosa paressi al Gon-
„falo¬