314
sa, colle seconde l' atrio del Parlatorio delle Mona-
che. Il celebre Proposto Gori non dubita d’asserire
nel Tom. III. dell' Inscr. della Toscana pag. 343. che suo
fu un tal pensiero; e che ad insinuazione sua furono
le lapidi in orrevole luogo della Chiesa collocate. Nel
che lo ingannò la memoria, e la vista. Quanto desi-
derabile sarebbe, che tal costumanza di conservare
non solo le lapidi sepolcrali; ma il reſpeitivo sepoltua-
rio, la imitassero tante Chiese, e Monasteri della no-
ſtra Citta! Mentre cosi non perirebbero tanti aiuti per
la Storia patria, e genealogica. Ciò sia detto per lo-
dare le nostre Monache di S. Felicita, che anco a que-
ſta diligenza non hanno mancato di conservare in un
Codice, la memoria di tutte le lapidi sepolcrali, nel
loro Cartofilacio. Ha avuto questi ancora il merito di
esser descritto dal Sig. Manni, ove compilò la storia
nel 1750. della Chiesa; e dall' elegante penna del prelo-
dato Gori, nel citato III. Tomo delle Toscane Inscrizio-
ni. Noi veramente, se non avessimo temuto di pro-
lungare colla moltiplicità de i fogli, volevamo qui ri-
portare, non solamente le XXII. Inscrizioni, che esi-
stono nell' atrio del Parlatorio, trascritte dal Sig. Man-
ni nella sua Storia MS. e stampate da i Sigg. Foggini
e Gori; ma ancor quelle brevi de' secoli più bassi, che
rimangono sotto ai respettivi stemmi dell'antiche Fami-
glie, che ha tralasciate il Sig. Manni. Ma pur' è conve-
nuto astenersi da ciò, e contentarsi di riportarne quivi al-
meno due Cristiane, inedite, comunicate dal medesimo
Sig. Manni al chiariss. Sig. Lami, e da questi al Sig. Can.
Giulianelli, per ornamento delle Lezioni di questa Chie-
sa; giacchè da questa furono ancor esse dissotterrate:
HIC REQVI
ESCIT IN PA
CE CVREDIA
(forse HERES PATRIS
IVNIA H. P. QVE
VIXIT ANNVS
VIIII. ET DIES V.
.
DRPOSITA SVB
B. M.