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Monaci, che per Suore dell' Istituto Camaldolense:
come il Monastero degli Angeli: quello di S. Bene-
detto fuori della Porta a Pinti: la Badia di S. Feli-
ce in Piazza. Per Donne poi i Conventi di S. Aga-
ta, di S. Appollonia, di S. Luca, di Boldrone, e
di San Piero di Luco nel Mugello: acquisti fatti dal-
la Religione, mercè i santissimi esempli, che si am-
miravano ne' Monaci di San Salvadore: da' quali
pure ne derivarono le concessioni amplissime de' Ve-
scovi Fiorentini; tra i quali Rinieri, giusta il Raz-
zi a carte 46. prese la protezione de' loro beni,
facendoli liberi, et esenti da tutte le sorte di decime,
o di altre gravezze, le quali al Vescovado suo ap-
partenevano; o potessero per l’avvenire appartenere.
Moltissimi ancora furono i legati pii, che loro lascia-
vano le private Famiglie sino a porre il Convento in
uno stato da sustentare quaranta, e cinquanta Religio-
si. Nè posso tacere di tanti lasciti, uno esistente nell
Archivio degli Angeli, che è di Mona Chiara stata.
moglie di Ruota Parigi del Popolo di S. Lorenzo, la
quale nell' anno 1304. non solo offeri al P. Priore di
S. Salvadore due suoi Nipoti, che ne vestirono l' Abi-
to; ma inoltre donò al Monastero tutti i suoi beni per
pubblico contratto. Actum in Ecclesia S. Salvatoris
Ord. Camald. de Florentia 1304. Ego...
IV. E poichè sin ora da me in generale si è di-
mostrato il gran merito de' Padri, vissuti in S. Sal-
vadore; ragion vuole, che non si tacciano i nomi di
due Beati, che quivi morirono con acclamazioni di
Santi: il primo de' quali fu il Beato Martino terzo di
questo nome, e Prior Generale di Camaldoli per un-
dici anni, la cui morte vien descritta da Don Silvano
Razzi alla pag. 70. con maravigliose circostanze di
infermi curati al tatto di quel sacro Corpo, ed all'
odore suavissimo di rose, che empiè la Chiesa, i Chio-
stri, ed il Monastero in maniera, che Uomini, e Don-
ne di tutta Firenze corsero a Camaldoli a godervi una
prodigiosa Primavera, quasi che la Chiesa fosse un
giar¬