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di taffettà in Sagreſtia, per memoria del sua perizia
ib nie
in quel modo di scrivere, e di dipingere.
VI. Resta finalmente da vedersi il principio di un
Tempio dalla banda di Ponente sull' angolo del Ca-
ſtellaccio, cui il Vaſari dà titolo di bizzarrissimo Edi-
fizio, ragionando di Ser Brunellesco, che ne fu l' Ar-
chitetto, ma rimaso imperfetto per la cagione, che
diremo; e ſe finivaſi, ſarebbe ſtato, dice il detto Vasa-
ri, delle più belle fabbriche di Firenze. Quel, che in
oggi vi resta da vedersi, non danneggiato del tutto dall
acqua, che di continuo stando scoperto lo batte, e
lo consuma, dimostra la squisitezza dell' Architettura,
la quale ancor meglio si riconosce dal disegno, che
si conserva in Monastero, il quale dimostra, che do-
vea essere di figura ottagona, coperto a cupolai con
lanterna sopra, alto da terra braccia 46. e di diame-
tro braccia 30. L'Autore di questo Tempio ne fu il
B. Ambrogio, il quale ottenne da Papa Martino V.
col consenso della Signoria, che il danaro lasciato in
ordine alla edificazione di due Monasteri dell' Ordi-
ne di Camaldoli da Matteo di Stefano degli Scolari
e da Andrea Vescovo pure della stessa Famiglia, per
rogito di Ser Cristofano da Laterina ne' 24. di Mar-
zo del 1424. e per altro di Ser Tommaso da Parma,
si convertisse nell'edificare questo Tempio da' Consoli
della Università de' Mercatanti, nominati Esecutori di
quelle loro volontà. Ma non ostante essendosi servita
la Repubblica del danaro, a questo fine depositato nel
Monte Comune, per la Guerra contro i Lucchesi
la fabbrica restò sospesa, ed imperfetta. Ed il Gran-
duca Cosimo I. ebbe concetto di terminarla per in-
trodurvi l’ Accademia del disegno, che allora fiori-
va sotto gli auspicj di un tanto Principe; ma questa
volontà di Cosimo restò pure impedita, e quel, che
è peggio , essendo caduto cento anni sono il tet-
to, che la copriva, e difendeva dalle ingiurie del tem-
»o, e dell’aria, quel che era fatto del Tempio oggi
è totalmente danneggiato, che in breve del tutto re-
sterà