296
nel 79. nella quale trovatosi Marsilio Ficino, scrisse quel
celebre libro intitolato : La cura della Peste, contenen-
te ottime istruzioni. Di tre altre nel 95. 98. e 1509.
non ne abbiamo particolarità: fierissima però, e lun-
ghissima fu quella del 1525. sino al 1527. dicendone il
Varchi, fece strage quasi di Uomini infiniti. Dopo que-
ſta visse la Città centotrè anni libera da tal flagello
quando nel. 1630. il contagioso male scopertosi a Mi-
lano, e picchiate le Porte a Bologna, a gran passi ven-
ne a Firenze, ed in tutto il tempo del male occupa-
tissima fu ne' suoi esercizj di Misericordia la Compa-
gnia, che in que' tempi addimandavasi, come oggi, la
Misericordia nuova, la quale si guadagnò tanta venera-
zione, che passando per le vie, anche terminata la pe-
ſte, sentivasi rimbombare di lodi l'aria: Viva wiva la
Compagnia della Misericordia. Non fu però questa Pe¬
stilenza, l' ultima, avvegnachè nel 1633. facesse riior-
no, ma dalle diligenze del Granduca Ferdinando, che
mise tutta la Città in quarantene, presto spari, e per
vero dire, dagli esempi posteriori non può negarsi, che
la ſalute dell' Italia noſtra non si riconosca dall' amo-
re, potere, e diligenza de' Principi,