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XXVI.
LEZIONE
DELLA CKIISA E MONASTERO
DISANTA APPOLLONIA II.
Enchè i rammentati da noi privilegi,
e benefizj, che al Monastero di San-
ta Appollonia fecero i Pontefici, i Ve-
scovi, la Repubblica, e i Cittadini
sieno un evidente argomento della san-
tità delle Suore, le quali con rari e-
sempli di virtù quivi vivendo, si gua-
dagnarono un' abbondevolezza di grazie; tuttavolta,
a maggiore schiarimento di questo singolar merito,
mi giova di fare un novero di quelle Monache, le
quali col titolo di Venerabili mi sono avvenuto a leg-
gere nelle originali carte del Monastero, e nel Cata-
logo del Dottor Brocchi aggiunto al suo libro delle
Vite de i Santi, e Beati di Firenze. E però facen-
domi dalla più antica Suora, fu Suor Andrea pri-
ma Badeſſa eletta dal Vescovo Francesco Silvestri per
dare la norma di vita religiosa al nuovo Monastero
di S. Appollonia, dove ella vi gettò veramente i sodi
sondamenti della rigoroſa osservanza di orazioni, e di
digiuni commendati dalla Repubblica Fiorentina nella
provvisione da noi riportata nella antecedente Lezione;
Ne a questa fu punto inferiore altra Badessa Suor Ce-
cilia de' Donati, celebre non meno nella pietà, che
nella vigilanza del suo governo, nel quale ottenne el-
la da Papa Eugenio, e da S. Antonino le unioni di
Santa Maria a Mantignano, dello Spedale di S. Paolo
a Pinti, e della Chiesa di S. Giusto a Camporlese;
vedendosi questa illustre Donna in un quadro nel Par-
latorio dipinta a i piedi del suddetto Pontefice, con-
sotto