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LEZIONE XXV.
DELLA CHIESA E MONASTERO
DISANTA APPOLLONIA I.
.
Ovendosi da me parlare della fonda-
zione del Monastero di S. Appollo-
nia, ragion vuole, che io incominci
dal riferire ciò, che scrisse in questo
punto D. Silvano Razzi, fidatosi trop-
po delle relazioni avute dai Procu-
ratori di questo Convento, come egli
stesso lo accenna nel Ristretto della sua Storia, alla-
parola Firenze, scrivendo cosi,, Et il medesimo di-
„ciamo delle Reverende Madri del Nobil Monastero
„di S. Appollonia pur di Firenze, cioè, che da chiun-
„que si fosse, fu dato loro primieramente l' Abito
„ di S. Romualdo, il quale portano infino a hoggi,
„ fuori che non portano la pacienza cinta, come noi
„facciamo. Quanto all' antichità, si legge in alcune
„Scritture (siccome affermano i loro Agenti) che
"erano in buono stato infin l'anno 1115. Il che ne
„mostra, che egli dovette, il Convento, essere edifica-
»to intorno ai medesimi tempi, che furono edificati,
» come si è detto altrove, quello di S. Piero a Lu-
„co in Mugello, e quello di Santa Caterina a Bolo-
„ gna, Della loro poi bontà, e grande osservanza è
»chiaro argumento l’avere loro il medesimo Papa-
» Eugenio IV. siccome haveva fatto a S. Agata, uni-
„ ti altri Monasterj, con tutte le rendite e beni. ,
Ma se questo chiarissimo Scrittore, in luogo di crede-
re a i poco informati Ministri delle Monache, avesse
visitato l'Archivio loro, ricchissimo di vetuste Carta-
pecore, averebbe trovato al numero 324. una carta,
che
Tom. VIII.
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