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carono di ritirarsi nella Compagnia di S. Gio: Batista-
dello Scalzo.
VII. Più grave però, e più fastidioso travaglio fu I
imprestito della Compagnia fatto per 6. mesi alle Mo-
nache di San Giovannino di comandamento del Duca
Cosimo nel 1551. Ma le Suore entratevi nel di 11. di
Marzo, e spirato il semestre, chiesero, ed ottennero una
proroga, ed assai chiaro si ſpiegavano, che il lloro
pensiero era di non più di qua uscirne, avendo gia
fatto fare un disegno per murarvi. Onde dai Fratel-
li fattosi un memoriale a Cosimo, si ebbe la seguen-
te riſpoſta,, La Compagnia dello Scalzo sia di chi era
„e si proibisca alle Monache di S. Giovannino il mu-
"rarvi, o farvi alcuna innovazione, anzi si astringano
"passati i sei mesi a reſtituirla a' propri Padroni, senza
„levare coſa alcuna di fuo luogo,, E in vigore di tale
Reſcritto, ritornarono i Fratelli nella Compagnia a i
24. di Marzo del 1552. Ne questo fu l’ unico impegno
accaduto tra le dette Monache, e la Compagnia ob-
bligata ſovente a dispendiose liti per motivo, ora di
acque, ora di mura, e ora di finestre, soliti avveni-
menti di chi confina co i Monasteri, e fu d'uopo a
Fratelli nel 1609. che vendessero alle Monache per
iscudi 47. un pezzo di terreno dietro alla Chiesa vec-
chia, a sequela di sentenza data dalla Nunziatura ne
24. di Luglio di detto anno. Ma che? appena uscite ne
furono le Monache, che fu intentata strepitosa lite da i
Monaci Celestini d' avanti al Vescovo di Fiesole, per
riavere tutto il terreno sul quale gli antichi Fratelli
aveano fabbricata la Compagnia, pretendendosi da
Frati nullo il contratto della vendita fatta nel 1487.
dal Priore, e da' Monaci di quel tempo, e le ragio-
ni, che addussero, erano una Bolla conservatoria de
loro beni fatta da Papa Urbano VI. il difetto del con-
senso Apostolico alla detta vendita, e l’essersi da’ Fra-
telli tralasciato per alcuni anni di pagare il censo:
domandavano adunque, che ritornassero gli effetti al
Monastero con tutti i miglioramenti, facendo istan-
Tom. VII.
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