II.
L
DELLA CHIESA DI SAN LORENZO.
ho sempre tenuto per cosa certa,
I.
che il trattare Istorie, in niuna gui-
sa meglio possa farsi, che colla trac¬
cia delle cartapecore, supposto che
esse siano contrassegnate di que' carat-
teri, e sigilli che dagli Eruditi rico¬
nosciuti sono come chiare note di ve-
rità, e scevre d'inganni. Con questa opinione scri-
vendo io, lascio ad altrui il giudicare, come di buon
animo procedo ad illustrare la Insigne Collegiata di
San Lorenzo, dove esiste un Archivio fioritissimo di
carte vetuste, custodito con gelosia fino dagli antichi
tempi, e alla vigilanza di un Canonico raccomanda¬
to. Quivi adunque trovasi tra le più vetuste Scritture
la Bolla di Niccolò II. diretta a Gisone Rettore di San
Lorenzo, data in Firenze nel 1059. la quale, oltre
l'essere la più antica Bolla riguardante la detta.
Chieſa, ella è altresi pregiatissima per varj titoli, sot-
toscritta essendo da sei Vescovi, e tra essi da San Pier
Damiano cosi: Ego Petrus Peccator Monachus: il piom-
bo, o sivvero sigillo è si bello, che non posso dispen¬
farmi dal darne qui la descrizione, veggendosi in esso
San Pietro colla destra velata in atto di ricevere le Chia-
vi, che gli son date da una mano, che esce da una
nuvola colla leggenda intorno: Tibi Petre dabo Cla-
ves Regni Cel. e nel rovescio avvi l' Impronta della
Citta di Roma coll' iscrizione, AVREA ROMA; ed in-
torno le seguenti lettere : NICHOLAI PAPE SECV-DI.
Il contenuto poi della Bolla, che riporteremo sul fine
della Lezione, è un complesso di formole esprimenti,
e l'a¬