„vinare coſa si bella, che molti furono, a' quali non
"pativa l’animo di veder rompere tanto sgraziatamen-
„ te quei marmi ec.,,
VII. Ad impedire però un sinistro concetto, che
far potrebbesi da un simil racconto, in pregiudizio del
buon nome del soprannominato Provveditore, notare io
debbo, che il Granduca Francesco Principe di alto
affare, e che avea quella ottima indole, e lodevole in-
clinazione ereditata da Cosimo suo Padre in accrescere
ornamento alla Città, e massime alla Cattedrale, egli
fu, che volle ridurre la Facciata alla moderna, avendo
a tal fine ordinato a parecchi Architerti di far ciascu-
no un disegno, con animo di adoperare quello, che fosse
stato giudicato il migliore, ma prevaluti essendo quello
di Giovannantonio Dosi, e quello di Bernardo Buon-
talenti, nacque in Corte si forte impegno, e contra-
ſto tra chi cercava di preferire il valore dell' uno a i
meriti dell' altro, che frattanto si mori il Granduca,
ed i successori Ferdinando I. e Cosimo II. occupati da
gravi accidenti, la facciata sino al 1636. restò imper¬
fetta, o sivvero deforme, come può osservarsi nel Ra-
me, che Leopoldo del Migliore ha messo in fronte del-
la sua Firenze Illustrata, ed il medesimo scrive alla pag.
15. che si principiò la Facciata nuova col disegno dell
Accademia, mal eseguito dal Pieratti, senza additarci il
tempo, ed il Granduca, che la ordinò; ma l’uno, e l'
altro ce lo laſciò notato il Verzoni da Prato nel primo
Tomo de i suoi Diatj manoscritti cosi „, 26. Ottobre
„ 1636. in questo giorno per ordine del Granduca Fer-
„dinando II. da Monsignor Vicario Generale dell' Arci-
„veſcovo Piero Niccolini fu benedetta la prima pietra
„che dovea mettersi nella nuova Facciata di Santa Ma-
„ria dal Fiore in assenza dell' Arcivescovo, e dopo la
„benedizione dal detto Principe fu gettata la pietra ne
„fondamenti,, Ma non dimostrandosi il pubblico con-
tento di tal lavoro, questo restò sospeso, sino alle
nozze del Gran Principe Cosimo celebratesi nel 1661.
adi 20. di Giugno, nella quale occasione dovendosi
„ador.