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X. Il vero preciso valore di questa gran Fabbrica
non è punto cosa facile a rinvenirsi, attese le immen-
se voragini d' oro, che lassorbirono le pietre, la quan-
tità de marmi, de' corniciami, del ferro, del llegna-
me , e degli operarj. Le prime ſpese furono inco-
minciate dalla Repubblica, come trovasi al libro dell
Opera detto Agnus Dei, e dice ,, La Repubblica
1296. adi 16. Dicembre assegna alquanti danari per li-
„ra all' Opera di S. Maria del Fiore dalle Persone al-
„librate,, e nello ſteſso anno leggesi altr' ordinazione
del Comune, che da all' Opera qualche cosa per ogni
testamento. Ma la detta Repubblica vedendo l'Arte del¬
la Lana, al maggior segno arricchita, la chiamò in aiu-
to, dipoi tutta quanta la cura lasciò a lei. Vi ebbe¬
ro ancora parte nelle contribuzioni i Capitani di Or
S. Michele, le Maestranze Fiorentine delle 21. Arti, le
Comunità de' Cleri, e delle Religioni, e la pietà de
particolari Cittadini acceſa dalla liberalità delle Indul-
genze a tal fine concesse da Sommi Pontefici. Del ri-
manente l’Aretino parlando della magnificenza del Po-
polo Fiorentino ebbe a dire come segue ,, Maggiori
„spese avere fatte la Repubblica nelle sue Fabbriche,
„e spezialmente in quella di Santa Maria del Fiore
"che in tante guerre, che avea avute con tanti Prin-
cipi, e Monarchi. „ E Cristerno Re di Dacia, che
nel 1454. passò per Firenze, dalla sola vista di questo
edifizio argui la gran ricchezza de' Fiorentini, e la lor
potenza, lo che confesseremo ancora noi nel prosegui¬
mento della Storia.
XI. E per fine non dissimulerò il biasimo, che al¬
cuni danno a questa gran Fabbrica, dicendo che le
Navate sieno corte a proporzione delle 160. braccia,
che occupano di spazio le Tribune, e anche dell’altezza
della Cupola, come dicemmo alta 202. e però dovrebbe-
ro essere cinque, e non quattro gli Archi per darle
la giusta regola. Ma quando questo sia vero, ne verrà
sempre scusato l'Architetto, perchè il suo concetto fu
d'andare più avanti, e di piantare i fondamenti sino
do¬