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chi venisse alle fortunate Religiose un s1 prégevole te¬
soro, e se anche inoggi questo Simulacro è d' un
peso smisurato, debbo avyertire qui, che una gran¬
parte de i Crocisissi de Bianchi erano di gran mole,
e questa però non impediva punto il portarli in Proces-
sione, imperciocchè, giusta le Pitture antiche, che ab-
biamo delle Compagnie de i Bianchi, alcuni di essi
appunto perche pelanti, vi ſi veggono portati in barella.
V. E venendo alla descrizione del medesimo Cro-
cifisso, diremo, che mercè la bontà della Badessa
e delle Monache, ci fu aperta la Nicchia, toltane o-
gni cuſtodia con tutto il comodo di attentamente esa¬
minarlo. Egli adunque vedesi confitto con tre chiodi
alla Croce, la quale è in forma di un tronco con-
alcuni nodi, posando ſopra un piedistallo formato a
guisa di uno ſcoglio: Il Cristo è alto quanto al natu-
rale, formato di legno, con un intonaco di gesso co-
lorito, avente a i lombi una fascia di canavaccio di-
pinta: la faccia è da moribondo, colla bocca, e gli
occhi aperti, ed il capo alquanto inclinato. Nella Nic¬
chia ornata di dommaſco cremisi veggonsi alcuni Vo¬
ti di argento, e ve ne ſarebbero assai più, ſe nell an-
no dell assedio di Firenze 1530. non fossero ſtati leva-
ti dalla Repubblica, valutati nei Libri dei Ricordi so¬
pra mille ſcudi. Stupenda altresi era l'abbondevolezza
de i Voti di cera pendenti dalle pareti, annoverandosi
tra essi quello del Magnifico Lorenzo de Medici, per
grazia del Crocifiſso rimaſo ſalvo nella congiura, de i
Pazzi, e quelli del Duca Alessandro, e di Cosimo I.
de i quali favella Giorgio Vaſari nella Vita di Zanobi
Benintendi detto il Ceraiolo per essere stato insigne
Artéfice nel figurare somiglianti figure di cera; e per¬
chè iingombrata ne andava la Chieſa dalla moltitudine
furono dalle Religioſe fatti levar via con dispiacère del
popolo, e massimamente di Leone XI. che ne era di-
votissimo; e nelle ricordanze del Monaſtero trovasi, che
l'Arciveſcovo Alessandro Marzimedici ne i due ulti-
mi anni di sua vita, ogni mattina non impedita, cele-
biò