Full text: Quartiere di S. Giovanni (5)

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voribus adfectus est. Huius colloquiis, consiliisque motus 
Ferdinandus, grandia quaeque, & ardua animo volvens 
cum eo convenit, ut eins opera Venerabile Christi lesu 
Sepulcrum lerosolymis, qua vi, & virtute, qua dolo, 
& calliditate Florentiam absportaretur. Ne trascurò 
Ferdinando i mezzi più efficaci, onde ottenere l’ ac- 
quisto, imperciocchè accertato egli dell'arrivo del sud- 
detto Baſsà in Geruſalemme, e della sua fedeltà, nel 
1604. ſpedi in Soria le sue Galere sotto il comando 
del Capitan Generale lacopo Inghirami, con buone mu- 
nizioni da combattere bisognando . E benchè fosse, 
loro riuſcito di romper con segretezza notabile la 
pietra, colla quale era collegato il santo Sepolcro, e 
cavarlo dalla cuſtodia, che lo teneva serrato, e le ga- 
lere leſte a riceverlo, la coſa fu scoperta per frode, 
e malizia degli Sciſmatici fieri nemici de' Cattolici, e 
l' Inghirami dovette prender la fuga, rimaſo però preſſo 
de' Turchi un si grande spavento, che anche inoggi ri- 
cordano un tale attentato a i divoti Pellegrini, mo- 
ſtrando il taglio fatto nel santo Sepolcro in quell’oc- 
casione. Intanto Ferdinando avea buttato i fondamenti di 
una magnifica Cappella, dove pensava collocarvi il 
detto Sepolcro, e avendone secondo il genio grandioso 
del Granduca fatto il modello il Principe Don Gio- 
vanni de' Medici, principiato si era a mettere in opera da 
Matteo Nigetti, in que’ tempi accreditato Architetto; 
Quando ritornò l' Armata Navale ſenza il bramato te- 
ſoro. Ma, ſe nel Granduca ſvani si bella ſperanza, non 
però ceſsò in esso la generoſità del suo animo in pro¬ 
seguir l' incominciato edifizio, avendo dato luogo ad 
altro concetto, quale fu di destinare la stessa Cappella ad 
uſo de' Sepolcri de' Granduchi, e de i Principi di sua 
Caſa, e con si generoſa idea di arricchirla di mar- 
mi, di pietre, e di bronzi cosi rari, che niuna al Mondo 
vi aveſse o di più pregio, o di più ſtima di queſta. 
II. Ma innanzi che ne descriviamo le sue ric- 
chezze, perchè non si creda avere anche io seguitato 
quell' errore, in cui sono caduti comunemente al¬ 
cuni
	        
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