41
le Statue da collocarvisi in onore de due nominati Du-
chi, in riguardo delle quali, e degli ornamenti di es-
se, dal Varchi, e da tutti gl' Intendenti, la Cappella
è chiamata maravigliosa, e da' libri di ricordanze ab-
biamo, che Carlo V. la mattina, che parti di Firenze
dopo avere udita la Messa in San Lorenzo, entrato in
questa Cappella disse di quelle Statue, che gli pareva
aſsai, che non le ſentiva parlare, nè le vedeva riz-
zarsi da sedere
IV. I due Duchi veggonsi di marmo alti quanto il
naturale, sedenti in certe Nicchie, abbigliati di abiti
Militari sopra Casse Sepolcrali; e giacenti appiè in at-
to mesto sono quattro Statue, che rappresentano l'Au-
rora, il Giorno, la Notte, ed il Crepuscolo. All'en-
trare a manritta viene nella prima Nicchia il Duca
Giuliano, e sotto le due Statue, che figurano il Gior-
no, e la Notte; sopra la Notte furono fatti i seguen-
ti versi:
LA NOTTE, CHE TV VEDI IN SI DOLCI ATTI
DORMIR, FV DA VN ANGELO SCOLPITA
IN QVESTO SASSO, E PERCHE DORME HA VITA:
DESTALA, SE NO 'L CREDI, E PARLERATTI.
a' quali Michelagnolo, fingendo, che la Notte parlasse,
rispose:
GRATO M'EIL SONNO , E PIV L'ESSER DI SASSO,
MENTRECHE 'L DANNO, E LA VERGOGNA DVRA:
VEDER, NON SENTIR MI E GRAN VENTVRA;
PERO NON MI DESTAR; DEH PARLA BASSO.
V. Nella Nicchia addirimpetto a quella di Giulia-
no vedesi il Duca Lorenzo, con appiè giacenti il Cre-
puſcolo, e l'Aurora, che sono pure opera del Buo-
narroti, dal cui mirabile scalpello fu anche scolpita nel-
la facciata, che guarda l’Altare, una Madonna col Fi-
glio in collo assai più grande del naturale, sebben non
del
Tom. V.