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si una gloria ricchissima di angioletti, che corteg¬
giano l’ Eterno Padre, il cui sgabello invisibile passa
sopra le nubi : e direi che fra il cielo , e la terra
è il Paracleto, che tutto ardente di quell'amore che
crea non creato, irradia il volto dimesso della Vergi¬
nella di Nazareto.
Questa è si bella delle forme, e si gentile dello in¬
carnamento, e si pudica dello sguardo, e si ritrosa
della stupenda visione, e delle parole che l’ accom¬
pagnano , più lieta che non severa, più dubitosa
che non serena, quando non ancora la risposta secon¬
da del messagiero celeste le ha dissipato la nebbia,
che l’umanità le avvolgeva intorno alla mente.
Non è in Gabriello quella soavità di aspetto, che
pretendi quasi a ragione in un angiolo disceso or ora
dal paradiso : ma è come un raccoglimento a bene
compiere la missione più grande che fosse mai, o
fora per essere in tutta la successione de' tempi : e
trà ciglio e ciglio gli stà ravvolto fralla nube della
impenetrabilità il divino concepimento. Che se di
questo concetto non tutti loderanno il dipintore, io
non me ne farò punto le meraviglie : perchè non tut¬
ti volentieri scambieranno la più leggiadra vista di un
angelica bellezza in tanto sottile ragionare , e li più
preferiranno la facilità , alla scura sublimità delle i¬
dee . Oltrecchè è una maniera di delineare le passio¬
ni degli uomini, ed altra è quella di rappresentarle
negli esseri di una natura superiore : da onde fu lo¬
datissimo il concepimento di ritrarre lo sdegno nell'
Apollo saettatore, per tale maniera, che manifesto in