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mi ciascuuo aver dovuto comprendere agevolmente
quale ne sia la distribuzione e la composizione. Quan¬
to a che io convengo nella sentenza di quelli che han¬
no giudicate chiari e semplici gli agruppamenti delle
figure, giustamente scelti i partiti e bene ordinate
le corrispondenze delle mosse, l'azion principale evi¬
dentissima. Solo alcuni sottili riprenditori delle ope¬
re altrui hanno notato, che il cavallo di Ottone di
Wittelsbach, anzi che partecipare all' andamento del
corteggio imperiale , sembra prendere una direzione
obliqua dall' altro lato . Del che non veggono la ra
gione, mostrando per lo contrario quel condottiero
voler seguire dappresso l’imperatore, e combattere al
fianco suo . Ancora quanto lodano le larghe e qua¬
drate forme del cavallo di Federico, tanto si dolgo¬
no che quello di Adriano sia cosi situato che non ne
appaiano ai riguardanti le gambe. Per quello
che è del disegno possono gli artefici rallegrarsi che
i lor censori lo affermano assai lodevole per corre¬
zione e severità ; lode che là dove non ha eccezione
suole essere qualità principale dello stile migliore. Ne
meno si appagano della fedeltà del costume, c della
verità delle architetture ritratte; se non che al primo
stimano contrastare la tiara del papa, che innanzi
Bonifacio ottavo soleva ayere una corona sola, non
due ; e tra i fabricati trovano che la facciata di S.
Pietro dovesse avere anzi che tre, cinque porte, sicco¬
me è chiaro che avea, in quella tavola che Giovanni
Ciampini desunse da un codice di Tiberio Alfarano
Queste non sono macchie, sono ombre, che io ricor¬