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Oitone di Wittelsbach, il quale stretto sull' arcione,
con gli occhi vivi e lampeggianti, col gesto anima¬
tissimo, sembra che intenda a raccoglière da varie
parti i guerrieri per cingere di una eletta di prodi lo
imperadore. Dinanzi al cavallo di Ottone è un grup¬
po di un cavaliere moribondo che da un lato si ap¬
poggia in terra , dall’ altro è sostenuto da un servo
curvato su di lui per soccorrerlo . A sinistra di chi
guarda tengono l’estremità del dipinto quattro sigure.
E sul dinanzi un guerriero vestito tutto di ferro, con
la corazza distinta da un drago, con la spada snuda¬
ta in atto di muoversi contro Federico. I lineamenti
del volto, li quali fanno manifesta non meno la no-
biltà del lignaggio che quella fortezza di animo che
l'età e la fortuna non valsero a indebolire; sono in
lui profondamente scolpiti di un sentimento parte di
dispetto al mirare il duca che cuoprendo di sua per¬
sona quella di Cesare toglie al canuto romano lo es¬
perimento di quell’ardire ch’ei stima degno di ricor¬
danza immortale , e parte di vendetta pei gemiti che
lo affliggono di un congiunto di amicizia o di sangue,
il quale caduto in terra, e tenendosi pur sulla destra
e riparandosi con lo scudo , sgorga sangue da più fe¬
rite, e nel pallore del volto, e nella languidezza degli
occhi mostra ch’ è già vicino agli ultimi termini della
vita. Le altre due figure sono romani dell’ ultima
plebe . L’ uno di età maturo, bruno di carnagione,
fiero e risoluto di aspetto, si copre di una giubba
rossa la spalla, mentre stringendo nella destra un
gran sasso , si piega alquanto della persona per isca¬