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in Grecia ne loro originali medesimi, o erano divulgate per
l'arte in modelli ed in gessi (1).
E per farmi strada alla sposizione incominciando dal fian¬
co destro, fa di mestieri che Ella ricordi , come essendo
avvenuto a Pallade di raccogliere le tibie di una cervetta (2),
e viste quelle ossa belle candide, la prese vaghezza di forar¬
le per averne uno stromento buono a rendere suoni variati
e piacevoli (3). Queste origini della tibia sono da molti a mol¬
ti assegnate (4), ma il Bartolini uomo dottissimo il quale di
quello strumento scrisse un giusto volume, poste in bilancia
le sentenze si degli antichi e si dei modermi scrittori , non
dubitò giudicarle a Pallade (5). Anzi mousignore Francesco
Bianchini, il quale era quel grande uomo che sa ognuno,
affermò avere sin da principio Minerva inventata la doppia
tibia (osservazione che vedremo in progresso non superflua
sulla ragione dell'armonia, la quale non può mai essere il
prodotto di una voce sola (6). Ora godevasi Pallade del nuo¬
vo trovamento, siccome quella che schiva delle cose di amo¬
re era tutta intesa a giovare gli uomini con utili invenzioni.
Ma non dispregiando essa al par degli amori la bellezza delle
forme verginali (7); come specchiandosi nel fiume Mean¬
dro (8) avvisò che molto alla bellezza nuoceva il gonfiare le
gote in suonando, indispettita gettò via quelle tibie impre-
(1) VISCONTI ivi nella prefazione in principio : della quale tra¬
ecrivo le parole , lasciando liberissimo il giudizio agli amatori
della loro applicazione sotto gli altri rapporti che non concer¬
nano lo stile d’imitazione.
(2) Minerva tibias dicisur prima ex osse ceroino fecisse. HYCI¬
NUS fab. CLXV. pag. 235.
(3) Ut daret effeci (io Minerva ) tibia longa sonos.
Vox placuit.... OVIDIUS Fastor. Iv. 698.
(4) CASAUBONUS comment. in Athaeneum. XXIV. 2.
(5) BARToLINUs de tibiis veterum L. I. cap. 6., L. II. cap.
(6) BiarII Storia Universale Deca I. imag. IV. cap. IV.
§. vIII. pag. 127. (ediz. di Roma.
(7) ..... faciem liquidis referentibus undis
Vidi , et virgineas intumuisse gotas.
Ars mihi tanti non est, valeas, mea tibia, dixi. OvID.
fast. 1v. 699.
(8)
Hic locus est in quo , tibia docta sones.
Quae non jure vado Meandri jacta natasti.
Turpia cum faceret Palladis ora tumor. PROPERTIUS II.
eleg. XXIII. 83.