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mente possesso del luogo il di 8. di Settembre dello stesso
anno, e trovarono la Casa provveduta dalla pietà di
Cosimo II. di vitto, e vestito, avendo di più dato
loro una cedola di 800. piastre, colle quali, e con al-
tre limosine fatte loro da' Principi, e dalle Principes-
se de’ Medici, e da’ parecchi Nobili Fiorentini fu da-
to principio alla fabbrica del presente Convento, con
Chioſtro non piccolo, e sopra molte Celle, e ricetti
de' Religiosi, che ſtanno assai ritirati.
II. Nè prima del 1669. fu a i Padri possibile l'in¬
traprendere la innovazione della Chiesa vecchia, stata
piu fiate reſtaurata, ma ſenza punto di vaghezza, nè di
comodità per le facre Funzioni, onde universale era
il desiderio di vederla a nuova, e miglior forma ri-
dotta, nè essendo mancati generosi benefattori, col di¬
segno del Balatri fu gertata la prima pietra il di 24.
d' Agosto del 1669. dal Padre Fra Cesareo degl’ Ila-
rioni Fiorentino, e Priore del Convento. Ella ha una
sola Navata con due Cappelle per banda sfondate, due
Cappelloni, ed un' ampla Tribuna, e Coro con una
facciata rustica avente alquante armi già da noi
descritte nella prima Lezione. Sulla Porta adunque al
di dentro vedesi una tavola rappresentante S. Teresa
opera di Pier Dandini, e voltando a manritta alla
Cappella de i Ricciardi avvi un S. Gio. Batista copia
di quello di Raffaello d'Urbino, che in Galleria Im¬
periale si conferva. Viene alla seconda Cappella una
Nunziata antica, e bellissima, ma non sapendosi l'Au¬
tore, io darò qui alcuni lumi per rintracciarlo, e pri¬
mieramente l' Angiolo essendo ginocchioni in terra,
giusta il Vasari, dobbiamo dire, che sia una tavola fat-
ta prima di Andrea del Castagno, il quale principiò a
dipingere in questo mistero l'Angiolo in aria, e la
dolcissima maniera, che nella nostra: tavola si scorge, ci
obbliga a credere, che sia fatta asfai dopo la scuola
di Giotto, e però con tali notizie, io non sarei lon-
tano dal crederla fattura del B. Gio. Angelico Dome¬
nicano, il quale, al dir del Baldinucci, si fece maravi-
glioso